Finanziamento pubblico,
nuovi trucchetti e calende greche

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Tutte le studiano, i partiti, per rimandare alle calende greche la scottante questione del disegno di legge sul finanziamento pubblico.
Ultimamente hanno tentato di posticipare la discussione per altre due settimane, ma in seguito alle vibranti proteste del M5S si sono ritrovati costretti a procedere subito alla calendarizzazione.

Naturalmente, per finta.
Sentite cosa hanno combinato: giovedì hanno annunciato in pompa magna in aula che la commissione Affari Costituzionali si sarebbe oggi riunita per esaminare la legge e votarla, quindi procedere al voto definitivo in aula martedì pomeriggio. Al contempo, però, è stata astutamente riaperta la discussione sugli emendamenti (più di 100!): impedendo così di fatto alla Commissione di esaurire il dibattito e quindi votare in tempo utile per andare in aula. Il voto definitivo di martedì resterà quindi sulla carta, “costringendo” la Conferenza dei Capigruppo a rimandarlo per l’ennesima volta. Uh guarda caso.

Trucchetti infiniti insomma, arrivando a vette artistiche di prestidigitazione con i regolamenti e i tempi di discussione. Le calende greche fanno parte del calendario della Camera, e sono sempre fittissime di appuntamenti.
Specialmente quando in ballo ci sono i quattrini che si spartiscono i partiti.