Omofobia: da oggi, la Casta è libera di essere omofoba.

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Oggi è stata approvata alla Camera, in attesa del passaggio al Senato, la prima legge di iniziativa parlamentare.

Dopo più di quattro mesi dall’insediamento del Governo: un’eternità.

E dopo così lungo attendere, cosa sono stati in grado di partorire questi giannizzeri della democrazia?

Una legge sciatta, avvilente, che invece di tutelare i diritti finisce con il mortificarli. Il tutto in nome del sacro vincolo di stabilità tra Pd e Pdl.

E così ce l’hanno fatta, sono riusciti a rendere una legge che avrebbe dovuto garantire e tutelare la libertà a chi da sempre vive con addosso il marchio del reietto, in una norma che sostanzialmente legittima la libertà di discriminazione nei loro confronti.

Perché da oggi, con l’approvazione dell’emendamento cosiddetto salva vescovi e di un subemendamento del civico onorevole Gitti, sarà possibile esprimere opinioni omofobe nei luoghi di culto, nelle sedi di partito, sindacali o presso altre realtà associative riconosciute.

La legge non potrà muovere un dito nei confronti di questi soggetti che definiscano l’omosessuale come “diverso”, “deviato” perché, molto semplicemente, questo non sarà un considerato un reato: liberi tutti, vescovi e teste rasate, politici e ministri, sindacalisti, predicatori e neonazi.

Il Pd, pur di far approvare una legge bandiera, già lacera prima di uscire dall’Aula, ha sacrificato ideali, identità, una storia intera.

Resta l’aggravante per il reato di omofobia (riservata però al cittadino al bar). Un contentino che non basta a salvare la faccia di nessuno dei signori del compromesso.

Oggi hanno perso tutti. In primis, la civiltà.

Vergognatevi. Vergognatevi tutti.