TAV: no all’esercito, la Valsusa non è l’Afghanistan

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Davanti ad un popolazione che respinge un’opera inutile, devastante, costosa e in odore di traffici poco puliti, il governo cosa fa? Manda l’esercito. Già: il “governo del cambiamento” (quante parole vuote..) di ricoLetta, tramite il Comitato Nazionale per l’Ordine e la Sicurezza (quante parole orwelliane…) non trova di meglio da fare che spedire altri 200 militari in Val di Susa per proteggere il cantiere TAV.
Usare l’esercito per arginere il dissenso, per intimidire la popolazione, non solo è da repubblica delle banane ma è anche anticostituzionale. Ma si sa, a questo governo della Costituzione interessa poco: affida il compito di cambiarla a 40 saggi in gita al mare, quindi figuriamoci se si preoccupa della costituzionalità di mandare truppe per spaventare i montanari.
I deputati della Commissione Difesa alla Camera hanno dichiarato: “Mettere i militari contro i cittadini e’ un fatto gravissimo, che approfondisce ancora di piu’ il solco crescente con le istituzioni. La Val di Susa non e’ l’Afghanistan per questo chiediamo con forza l’immediata revoca del provvedimento“. Il M5S combatterà, come sempre, anche questa battaglia.
Intanto nei TG si fa credere ai cittadini che la valle pulluli di terroristi e si menzionano anche le fatidiche parole “Brigate Rosse”, eterno comodo spauracchio. La Val di Susa resiste da vent’anni, con in prima fila sindaci, massaie, contadini, e ora dopo ben due decenni si presentano le Brigate Rosse. Ma guarda che combinazione.