Attacco mediatico contro il Movimento No tav: troppe strane coincidenze

E’ strano che da un carcere dove dovrebbero essere detenuti in massima sicurezza, venga fatto uscire e venga utilizzato come “pezzo forte” del più grande attacco mediatico sinora attuato nei i confronti del Movimento No Tav, un comunicato di sedicenti brigatisti rossi che ha la pretesa di indicare al Movimento No Tav la via da seguire. E’ paradossale e sospetto che chi ha provato ad attuare una velleitaria ed elitaria forma di ribellione violenta totalmente fallita voglia dare indicazioni al Movimento No Tav che è il Movimento popolare che unendo ed amalgamando tutte le più diverse componenti della società ed utilizzando tutta la gamma delle opzioni nonviolente, non solo resiste ma sta mettendo in forte difficoltà da oltre 23 anni le lobbies politico/mafiose che vogliono compiere la più grande rapina ai danni delle finanze pubbliche mai avvenuta nel nostro Paese.
E’ strano che lo sconsiderato attacco mediatico al Movimento No Tav abbia fatto totalmente scomparire dall’attenzione dei cittadini la realtà che esso denuncia da 23 anni ovvero che il progetto TAV in Italia ( e non solo la Torino Lione) è il bancomat dei partiti e delle lobbies politico/mafiose, stiamo parlando della clamorosa inchiesta sul TAV a Firenze che ha visto incarcerata l’ex presidente della Regione Umbria passata dalla politica agli affari e diventata A.D. di Italferr società che è la seconda “stazione appaltante” italiana per volume di affari.
E’ strano che questo attacco avvenga proprio nella settimana in cui il M5S ed il Movimento No Tav hanno reso pubblico il fatto che se venisse ratificato il Trattato italo/francese del 2012 attualmente in fase di esame in Parlamento, si aprirebbero le porte del futuro cantiere del tunnel di base (valore almeno 10 miliardi di euro) alla Mafia alla ‘N drangheta ed alla Camorra, e che questa iniziativa pare abbia riscosso l’interesse di alcune Procure impegnate contro la criminalità organizzata. Infatti è previsto che la legge che regolerà l’affidamento – anche nella parte italiana della tratta internazionale- degli appalti e di tutti i lavori da parte del nuovo promotore pubblico (cioè la società che avrà l’incarico di realizzare il tunnel di base e non LTF che ormai ha finito il suo compito con la redazione del progetto definitivo) saranno regolati dalla legge francese, in Francia non esiste il codice antimafia ed i relativi controlli da esercitare sulle imprese impegnate nei lavori e quindi di fatto l’Italia, la Francia e l’Europa faranno arricchire con almeno 10 miliardi di euro la criminalità organizzata, alla faccia di tutti i protocolli antimafia sbandierati in questa settimana.
E ‘infine strano che questo attacco avvenga proprio mentre sta emergendo in tutta la sua enormità lo scandalo subalpino dello Csea ( Consorzio per la formazione professionale partecipato dal Comune di Torino) ovvero nell’ennesima vicenda di spreco e furto di denaro pubblico, con il coinvolgimento anche di alcune figure di primo piano della lobby favorevole alla Torino-Lione, come evidenzia La Stampa del 22/9.
In questi giorni si è insediato il nuovo Prefetto di Torino che, a quanto risulta dai giornali, si è occupata a fondo delle infiltrazioni della criminalità organizzata nelle grandi opere. Siamo sicuri che anche a Lei non sarà sfuggito il fatto che la ratifica del trattato italo/francese consegnerà nelle mani della criminalità organizzata la più grande opera mai concepita in Italia ed aspettiamo di vedere come si comporterà in tal senso. Speriamo che il Prefetto saprà anche dare la sua interpretazione ai cittadini del perché sulla televisione di Stato vengono presentati come imprenditori “martiri dei No Tav” persone che già in un articolo de La Stampa del 16/11/2005 – relativo a fatti in cui era coinvolta la loro ditta ed a cui LTF affiderà nel 2011 lavori a trattativa privata per milioni di euro – venivano definiti ” più colletti bianchi dei padri” relativamente all’affiliazione alla ‘ndrangheta della loro ditta; inoltre essi erano citati – insieme ad altri imprenditori “martiri dei No Tav” che tanto piacciono a LTF ed ai media e che nel frattempo sono stati condannati per bancarotta fraudolenta- nel rapporto dei CC alla base dell’inchiesta sulla ‘ndrangheta in Piemonte “Minotauro” per le loro frequentazioni con i capi delle ‘Ndrine piemontesi.
In conclusione riteniamo lo scandaloso attacco al Movimento No Tav una edizione moderna della ben nota “Strategia della tensione” che ha interessato il nostro Paese in particolare negli anni ’60 e ’70, e crediamo sia una fortuna per tutti che siamo nel 2013 e non più nel 1970, perché altrimenti al posto degli ignobili attacchi che stiamo subendo dai media e dalle lobbies politico/mafiose sarebbe di sicuro esploso un misterioso ordigno che avrebbe fatto vittime innocenti e di cui si sarebbe da subito individuato il responsabile: il Movimento No Tav.
Marco Scibona
Cittadino al Senato della Repubblica – Movimento 5 Stelle