Grazie al M5S festa finita per dirigenti statali con benefit fuori contratto

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Per i dirigenti statali con benefit economici di fine rapporto non previsti dai contratti nazionali la festa è finita.
Il Governo Letta dopo aver negato inspiegabilmente di mettere in votazione una proposta del Movimento 5 Stelle che aboliva la possibilità che un pensionato del settore statale (magari con una pensione mensile da 3.000 euro mese o più) potesse essere assunto in altri settori pubblici, con contratti da migliaia di euro al mese, ha approvato un emendamento a prima firma Alessandra Bencini che elimina un assurdo e poco conosciuto privilegio.
In pochi sanno che molti i dirigenti statali al momento godono di benefici extra-contrattuali di fine rapporto che portano nelle loro tasche indennità pari a 36/48 mensilità di retribuzione.
Un assurdo privilegio in vigore grazie a clausole contrattuali di favore, concesse in deroga alle norme del contratto collettivo applicato.
Sino ad oggi tale prassi, costosissima per le casse pubbliche, avrebbe dovuto esser limitata e vincolata ad un iter decisionale ed autorizzativo particolare, con il controllo dell’Amministrazione pubblica di riferimento. Un controllo che fino ad oggi è mancato.
Con la proposta del Movimento 5 Stelle approvata in Senato non potranno più essere sottoscritte dalle società pubbliche – senza autorizzazione ministeriale – clausole aggiuntive al contratto nazionale applicato.
Niente più benefici economici discrezionali ad personam .
Festa finita anche per molti dirigenti statali che avevano privilegi già in essere.
I “benefit” fuori controlli saranno nulli nel caso non siano stati avallati dai consigli d’amministrazione delle società partecipate di riferimento.