Il condono Letta per i concessionari di slot machines è incostituzionale

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L’art. 14 del decreto IMU che prevede il condono per le società di slot machines è incostituzionale. Il Movimento 5 Stelle con il portavoce al Senato Giovanni Endrizzi è intervenuto in Commissione Affari Costituzionali denunciando come questo provvedimento violerebbe a suo avviso due articoli della Carta.
L’articolo 3 sull’eguaglianza dei cittadini di fronte la legge e l’articolo 81 che impone ad ogni legge deve indicare le risorse finanziarie per farvi fronte.
LA STORIA – Il Governo propone di risolvere i contenziosi erariali giunti tra il primo e secondo grado di giudizio con un misero 25% da 2,5 miliardi si scende a 500 milioni.
E’ una norma “sartoriale”, cucita su misura per i concessionari del gioco d’azzardo. Una norma ad personam, con profili di incostituzionalità che intendiamo verificare.
Questa misura è stata definita “condono slot” senza che alcuna fonte ministeriale lo abbia smentito.
Del resto l’articolo indica espressamente che si estende il condono a fatti avvenuti a cavallo dell’entrata in vigore della finanziaria 2005 e chiaramente si riferisce alla vicenda dei concessionari per le Slot Machines avvenuta tra il 2004 e il 2006.
La stessa relazione tecnica della Camera (A.C. 1544) conferma che il giudizio più rilevante cui sarebbe applicabile è proprio quello relativo ai concessionari condannati per danno erariale per il mancato collegamento degli apparecchi alla rete telematica.
Ricordiamo che la sanzione teorica prevista dalla convenzione (50 euro per ora di mancato collegamento) comportava un ammontare di 98 miliardi di euro.
Una Commissione voluta dal Ministro Tremonti ridusse la sanzione di oltre 100 volte a 800 milioni. A presiederla volle il Ragioniere dello Stato Andrea Monorchio, che sedeva anche nel consiglio di amministrazione della società che controllava una delle concessionarie condannate.
La Corte dei Conti ricalcolò la sanzione complessiva in 2 miliardi 475 milioni di euro.
Il decreto abbassa la richiesta a soli 600 milioni purchè si paghi entro il 15 Novembre 2013.
Recentemente La Corte dei Conti ha raccomandava quantomeno di elevare il limite minimo per la sanatoria al 30% del dovuto.
Proposta respinta dal Ministro Baretta che, in Commissione Bilancio alla Camera, ha ritenuto inopportuno inasprire tale limite a trattative in corso.
A beffarda conferma di quanto anticipato già ad agosto dal portavoce Giovanni Endrizzi, il testo emendato dalla Camera con un ulteriore emendamento riduce ulteriormente il limite ad un misero 20%
98 miliardi ridotti a 2,5; poi ridotti a 600 milioni; e ora forse 500.
Ma le società dovrebbero pagare in unica soluzione e la stessa stampa ritiene non sia verosimile.
Questo apre una ulteriore pregiudiziale di incostituzionalità.
Questa entrata dovrebbe finanziare l’abolizione dell’IMU, ma, nell’incapacità di effettuare dei tagli di spesa, questa copertura è chiaramente “aleatoria” e rende l’articolo incostituzionale ai sensi dell’articolo 81 della Costituzione.