Aquino, la scuola di volo che non decolla e quella strana consulenza

C’è una società sportiva dilettantistica che, dal 2005, grazie alla stipula di un contratto di concessione con l’Enac, tenta di creare un centro federale di sport aeronautici nello scalo di Aquino, provincia di Frosinone. È subentrata all’Aeroclub della Ciociaria, accollandosi i debiti pregressi e impegnandosi a eseguire lavori per recuperare e far ripartire la struttura (tra gli altri, la recinzione e la riqualificazione della pista erbosa).
La concessione viene estesa, nel 2006, a 6 anni più 6 per consentire alla società di ammortizzare le spese di ripristino, speranza che per Hfd resterà vana. In cambio, questo dice la concessione, la società sportiva pagherà un canone agevolato.
In otto anni, sostituendosi allo Stato, la Hfd ha pagato lavori per oltre un milione di euro e ha reso fruibile per tutti un aeroporto storico internazionale che era diventato una discarica abusiva. Finora, però, Hfd non ha potuto esercitare appieno la concessione, ma solo sporadicamente con qualche manifestazione, perché Enac ha chiesto come condizione preliminare di mettere in sicurezza l’aeroporto a spese della società sportiva.
Dall’aprile 2012, quando Giuseppe Di Carlo diventa amministratore unico, accade di tutto: per esempio, gli immobili dati in concessione risultano non essere accatastati e dunque l’Acea non allaccia l’acqua. Nonostante la messa in sicurezza, cavilli e lungaggini burocratiche continuano a bloccare la scuola di volo, malgrado l’imprimatur favorevole dell’Aeroclub d’Italia e delle direzioni centrali dell’Enac.
Ben 245mila euro di soldi stanziati sull’aeroporto di Aquino, a un certo punto, vengono spostati inspiegabilmente su scali diversi, mentre in precedenza alcuni appalti sulla struttura erano stati assegnati senza colpo ferire in affidamento diretto ad altre imprese. Le vessazioni in carta bollata sono interminabili, nonostante la società sportiva, ente evidentemente “senza scopo di lucro”, non abbia mai avuto contributi pubblici per i lavori e la manutenzione ordinaria dell’aeroporto.
Sergio Legnante, funzionario Enac firmatario delle concessioni nel 2005, 2006, 2009, dopo 8 anni chiede conto a Hfd dell’iscrizione al Centro sportivo italiano, spiegando che “è condizione indispensabile per avere diritto al canone agevolato al 10%”. La società sportiva dilettantistica fornisce prontamente gli attestati di iscrizione. Malgrado ciò, gli ostacoli burocratici all’avvio del progetto si susseguono senza tregua. Come mai?
A un tratto, a gennaio nel 2013, Hfd riceve una strana ingiunzione di pagamento da una società di consulenza, la Primavera 83 Srl, il cui socio di maggioranza, e attuale amministratore, Luigi Guerrini, è un ex funzionario Enac che si è occupato fino al 30 novembre 2008 delle concessioni nell’Ente dell’aviazione civile, anche di quelle su Aquino. La richiesta di pagamento è riferita al periodo luglio-ottobre 2008, quando Guerrini ancora era dipendente della Dca (Direzione circoscrizionale aeroportuale) di Ciampino. E riguarda una consulenza-fantasma proposta alla Hfd, ma mai sottoscritta dalla società sportiva. E pensare che era stato sempre lui, Guerrini, a firmare il verbale di consegna dei beni nel 2005 e nel 2006 a effettuare il sopralluogo tecnico per il prolungamento concessorio (6+6). Atti entrambi siglati e rilasciati da Legnante.
Hfd naturalmente si rifiuta di pagare per una consulenza che non ritiene necessaria, una prestazione che ha come oggetto concessioni già ottenute e appalti che non riguardano la società dilettantistica. A un tratto, dal carteggio intercorso tra le due società, si evince che la Primavera 83 fa presente alla Hfd i contenuti e l’importanza della presunta consulenza. E il 24 maggio 2010 Guerrini passa dalle semplici pressioni ai velati avvertimenti: è evidente “nel caso che i nostri rapporti si dovessero interrompere, il danno che ne deriverebbe al progetto“, visto che “questi rapporti con le pubbliche amministrazioni sono “di carattere fondamentalmente personale, quindi fondati sulla fiducia”“. Detto in altri termini: se ci fate arrabbiare, possiamo affossarvi tutto perché noi abbiamo le conoscenze giuste.
Quasi contemporaneamente all’ingiunzione, Hfd riceve da Legnante la richiesta di pagamento di circa 200 mila euro di canoni arretrati. Il funzionario dichiara che Hfd è una società di capitali, per cui non ha diritto al canone agevolato. Al tempo stesso diventa ininfluente l’iscrizione al Centro sportivo italiano, condizione prima ritenuta necessaria e che ora appare invece un mero pretesto. Hfd naturalmente si oppone e fa notare la mole di lavori eseguiti sulla struttura e l’onere finanziario sostenuto, onere che ormai supera il milione di euro.
Legnante continua a mettere i bastoni tra le ruote a Hfd e decide di non rinnovare una parte della concessione (i due anni su cui Guerrini fondava la richiesta di danaro per la consulenza), avviando al tempo stesso il procedimento di decadenza dell’altra concessione per morosità. Ciò comporterebbe per Hfd l’impossibilità di essere risarcita di quanto speso, a beneficio esclusivo di eventuali nuovi concessionari subentranti, che risparmierebbero un milione di euro e si ritroverebbero l’aeroporto bello e pronto per l’uso. E’ questo l’obiettivo cui puntano i burocrati coinvolti?
A ottobre 2013 la società sportiva riceve una lettera dal funzionario del Demanio, Elena Nostro, che conferma la richiesta di revoca della concessione emessa da Legnante. E il Demanio tira fuori un ulteriore ostacolo: la Hfd non ha diritto alla concessione agevolata semplicemente perché è una società sportiva dilettantistica non ricompresa nei criteri. Dato contestato dalla Hfd. Ma come mai, in ogni caso, il Demanio si accorge del problema solo nel dicembre del 2012?
Si tratta di una interpretazione della norma che rischierebbe di dare un duro colpo a molte società che praticano lo sport dilettantistico. Intanto la Hfd non riesce a dare corpo a un progetto che riqualifica un aeroporto un tempo fatiscente e che potrebbe rilanciare finalmente il turismo e l’economia ciociari. Da Hfd arriva un appello che suona quasi una preghiera: “Consentiteci di far decollare l’iniziativa con una concessione da 19 anni. Oppure, almeno, permetteteci di recuperare quanto speso finora”.
ps= il caso è stato oggetto di un’interrogazione del deputato Luca Frusone