Mettiamo che, putacaso, l’Istat abbia mentito all’Europa…

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Facciamo un’ipotesi, così, per pensar male.
Poniamo che secondo la nota di aggiornamento del Def (documento economia e finanza) il rapporto deficit/pil in Italia al 20 settembre stia al 3,1 per cento.
Poniamo che l’Istat debba attingere a questo documento nelle comunicazioni alla commissione europea (invio: 30 settembre).
Poniamo – ma sarebbe una cosa di una gravità inaudita – che l’Istat comunichi all’Ue che il rapporto deficit/pil dell’Italia non sia del 3,1 per cento ma invece del 3 per cento.
Perché? Semplice, basta chiedere a quegli uomini e donne che nel lontano 1992, in una località olandese chiamata Maastricht, si sedettero attorno a un tavolo a decidere del nostro presente.
Il 3% è il “magic number” nato per caso, quello che dice se sei dentro o sei fuori.
Poniamo che solo dopo tutto ciò, in ottobre, il governo metta a punto una “manovrina” da 1,6 miliardi perché il parametro del deficit torni in linea con il tetto di Maastricht.
Ma l’Istat non può inviare dati di previsione o frutto di profezie alla Nostradamus. Deve mandare dati certi, quelli del suddetto Def. Che al 20 settembre recitavano nero su bianco: 3,1%.
Ma ahinoi, proprio in questo difficile periodo l’Istat non ha più un capo, e quello che c’era prima ora è uno dei ministri del governo Letta. Anche se l’ISTAT non può stare senza vertice, altrimenti viene commissariato. Ne consegue che l’Istituto si ritrova costretto a stare sdraiato al comando dell’esecutivo che lo tiene per la collottola.
Siamo troppo malpensanti? Beh, guardatevi il video qui sotto. Girato stamattina davanti al Tribunale di Roma, dove i deputati M5S Villarosa e Lombardi sono stati ricevuti dal procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone. Gli hanno consegnato un esposto, per invitarlo ad indagare su ciò che l’ISTAT è stato costretto a raccontare in Europa.
Per gli scettici, ecco anche i documenti relativi.
Perché purtroppo, a pensar male talvolta ci si azzecca.

Nota di aggiornamento DEF.pdf
Indebitamento netto e debito delle Ap – 21_ott_2013 – Testo integrale[1].pdf