Ricerca: “Grazie al M5S bloccati sprechi e nomine illegittime”

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Quando il duro lavoro dei portavoce a 5 stelle premia, portando a risultati concreti per il Paese in un settore fondamentale come quello della ricerca pubblica. Questa la lettera aperta ricevuta da Ivan Duca, coordinatore nazionale Cnr/USI-Ricerca dopo l’azione parlamentare di Nicola Morra ed il gruppo M5S al Senato.
La ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica pubbliche, da tanti indicate come la ricetta ed il volano della ripresa economica del nostro Paese, continuano ad essere bersaglio della cattiva politica che spesso ne affida le sorti a manager pagati centinaia di migliaia di euro. Così le già poche risorse necessarie a condurre le ricerche, finiscono per essere erose dagli stipendi dei dirigenti delle strutture di ricerca.
E’ il caso del Cnr, il più grosso ente di ricerca del Paese con circa 7000 dipendenti, 108 Istituti di Ricerca ed oltre 300 sedi in tutta Italia. L’attività di ricerca di tale Ente è gestita da 108 direttori di Istituto e 7 direttori di dipartimento (11 fino al 2013) i cui stipendi, sin dal 2008, ammontano rispettivamente a circa 125 mila e 140 mila euro per anno (totale 14 milioni e mezzo). Il tutto in totale assenza di valutazione di attività e risultati di tale management. Ciò in applicazione al D.Lgs. 127/2003 (riforma Moratti), che ha trasformato la retribuzione dei manager della ricerca da indennità in stipendio, facendo lievitare il compenso annuo dei direttori di istituti e dipartimenti Cnr da circa 20 mila euro ad 120-140 mila euro per anno, cioè il 500% in più, usando le poche già risorse a bilancio e conseguentemente depotenziando le attività di ricerca.
Se a tutto ciò, poi, si aggiungono i tanti episodi raccontati e puntualmente documentati dal Foglietto della Ricerca settimanale on line di Usi-Ricerca, sindacato autonomo dei lavoratori della Ricerca, ci si rende conto di quanto sia importante intervenire prima che sia troppo tardi.
L’azione sinergica del sindacato USI-Ricerca, del gruppo Movimento 5 Stelle al Senato e, in particolare, del senatore Nicola Morra, ha permesso di far emergere e bloccare l’illegittima nomina da parte del presidente del Cnr Luigi Nicolais(già Ministro della Funzione Pubblica durante il secondo governo Prodi) di un direttore di istituto facente funzioni (temporaneo) esterno all’ente, che sarebbe costato quasi 130 mila euro l’anno.
Come da regolamento, invece, l’incarico temporaneo doveva essere attribuito a personale interno, al quale sarebbe andato, in aggiunta allo stipendio percepito, un compenso forfetario annuo di circa 20 mila euro. Il Cnr ha fatto orecchie da mercante rispetto all’articolo apparso sul Foglietto della Ricerca, ma non ha potuto fare altrettanto quando la vicenda è stata segnalata al presidente del consiglio e al ministro dell’istruzione, università e ricerca dal gruppo dei senatori del Movimento 5 Stelle, con la conseguenza che il direttore illegittimamente nominato è stato revocato dall’incarico, con effetto immediato, il 31 ottobre scorso.
Grazie al Movimento 5 Stelle, una iniziativa partita dal basso ha avuto successo.
E’ urgente una commissione d’inchiesta, che faccia luce, in maniera seria e rigorosa, sulle tante vicende di mala gestio, che caratterizzano la vita degli enti pubblici di ricerca, tra i quali spiccano Cnr, Istat, Ingv, e, considerate le sue dimensioni, l’Istituto Italiano di Studi Germanici, il più piccolo Ente di ricerca del paese (alla fine del 2011, in tutto, cinque dipendenti di ruolo: un tecnologo, tre funzionari amministrativi e un collaboratore amministrativo; a fronte di un presidente, due consiglieri di amministrazione, cinque consiglieri scientifici, tre revisori dei conti e un direttore generale) tutti finanziati col danaro del contribuente. A farne le spese sono la collettività e i ricercatori, questi ultimi sempre più a corto di risorse per svolgere la loro missione.

Ivan Duca
Coordinatore nazionale Cnr/USI-Ricerca