Regno di Montecitorio: il segretario Richelieu e il suo vice, Letta III

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Montecitorio è uno Stato sovrano, con delle norme proprie e una legislazione interna che ne fanno una zona extraterritoriale rispetto al resto d’Italia. L’Istituzione che scrive le leggi per il Paese non le applica a se stessa e, quindi, ciò che vale per i cittadini non vale per i reggenti della Camera e la loro corte di Grand commis, che godono di trattamenti giuridici e retributivi che non hanno pari.
Ad esempio, nel regno di Montecitorio non hanno valore la legge 262 del 2005, che ha espunto dall’ordinamento italiano l’ipotesi di mandati a vita per i dirigenti della pubblica amministrazione, e il decreto legge 201 del 2011, che ha introdotto un tetto alle retribuzioni a carico delle finanze pubbliche. La Camera è un mondo a parte, impermeabile alla crisi economica e sociale del Paese, che spende 1 miliardo di euro ogni anno.
Passano le legislature e i Governi, ma restano i privilegi. Il Segretario generale della Camera percepisce 405mila euro di retribuzione base, con un incremento del 2,5% ogni due anni. Poiché Ugo Zampetti svolge questo ruolo dal 1999, il suo stipendio si aggira intorno ai 600mila euro. Passando da Violante a Casini, da Bertinotti e Fini all’attuale presidente Laura Boldrini, questo cardinale Richelieu delle istituzioni è rimasto saldo alla sua poltrona percependo uno stipendio d’oro che è costantemente aumentato.
Lo stesso dicasi del suo vice, che percepisce circa 305mila euro di base oltre allo scatto biennale del 2,5%, da 11 anni a questa parte. Si tratta di Guido Letta III, della dinastia di Enrico e Gianni, che potrebbe diventare il nuovo Segretario generale della Camera quando Zampetti-Richelieu vorrà andare in pensione: ovvero alla fine del prossimo anno, a meno che il regno di Montecitorio non deciderà di avvalersene anche oltre i 65 anni. Qui tutto può accadere.
Come MoVimento 5 Stelle abbiamo proposto di introdurre un termine massimo di durata degli incarichi, prevedendo che vengano assegnati con procedure trasparenti e competitive, e di allinearne il trattamento economico al resto della pubblica amministrazione anche con verifiche periodiche della professionalità. Far rispettare il limite temporale dei ruoli e introdurre un tetto ai relativi consentirebbe di contenere i costi principeschi della Camera, escludendo posizioni di vantaggio maturate sul piano dell’affiliazione politica.
Abbiamo naturalmente incontrato la resistenza di tutti i partiti di centro, destra e sinistra. Ma non molliamo. Continueremo a batterci perché Montecitorio smetta di essere il regno degli sprechi e dei privilegi e cominci ad adeguarsi alle condizioni che valgono per tutti gli altri cittadini. Stay tuned!
Riccardo Fraccaro, M5S, Ufficio di Presidenza Camera dei Deputati