IMU agricola: servirà per pagare (alle banche) crediti di 60 anni fa

forconi-grande-ok1.jpg
Pensavate anche voi che l’IMU servisse per tamponare il debito pubblico e il deficit? Beata ingenuità. Serve, neanche a dirlo, per passare un altro po’ di quattrini alle banche.
Parliamo, in questo caso, dell’IMU sugli immobili agricoli. Una tassa doppiamente odiosa perché colpisce un settore già gravemente in crisi, e soprattutto perché colpisce piccoli imprenditori che si occupano del settore primario, quello che “dà da mangiare” al Paese.
Gli agricoltori sono letteralmente schiacciati dal peso del fisco; l’IMU su capannoni, fienili e stalle mette in ginocchio le loro aziende. Ma il Governo, imperterrito, non solo pretende l’odiosa gabella ma trova il modo di girarla alle solite banche.
Sapete cosa sta succedendo? Ebbene, la maggioranza ha in animo di riesumare un carrozzone sessantennale, la Federconsorzi, commissariato nei lontani anni ’90 perché affondato nei debiti. Riesumando Federconsorzi, i suoi debiti che risalgono addirittura al dopoguerra, devono venir pagati: 400 milioni di euro che finiranno direttamente nei forzieri (o meglio: nei software) delle banche.
Chiaro? Si, sappiamo che sembra impossibile: si costringono gli agricoltori a sacrifici di sangue, e poi si inventa un modo complicato e francamente assurdo per girare l’intero tesoretto alle banche. Altro che deficit.
Il MoVimento 5 Stelle, a questo punto, ha chiesto con un emendamento di abolire del tutto l’IMU agricola. Se dobbiamo massacrare i nostri agricoltori solo per ingrassare le banche, possiamo volentieri farne a meno. E’ il caso che il Governo ci pensi davvero, prima di veder comparire i forconi.