Grandi navi e grandi sprechi nella Laguna di Venezia


A Venezia non sono le navi a fare l’inchino. E’ la Laguna di Venezia che si genuflette alle cosiddette “grandi navi”, che con serbatoi ricolmi di carburanti ad alto tasso di zolfo, sfiorano palazzi antichi e pieni di Storia, tranciano i percorsi del traffico locale, minacciano la sicurezza della città, delle persone e dell’ambiente. Il Movimento 5 Stelle è intervenuto in aula al Senato e con una interrogazione a prima firma del portavoce Giovanni Endrizzi per denunciare una situazione oramai insostenibile.
Il decreto Clini Passera vietava il transito in Canale della Giudecca e Bacino di S.Marco alle navi di stazza lorda superiore alle 40.000 tonnellate (non esattamente un toccasana, la Jolly Nero responsabile del disastro al porto di Genova era proprio di quella stazza), ma poi riapriva il transito: il divieto “si applica a partire dalla disponibilità di vie di navigazione praticabili, alternative a quelle vietate”.
Sono passati 20 mesi e il mondo politico veneto tutto ha fatto tranne risolvere il problema. Il Sindaco di Venezia Orsoni (PD) propugna un progetto che sposterebbe lo scalo a Marghera dove prima c’era un deposito di carbone: una zona vicina ai serbatoi del petrolchimico, quasi inaccessibile, se non con lavori dal costo enorme. Ogni commento è superfluo.
Ma questo interessa poco alla famiglia Salmini proprietarie e allo studio Salmini che ha presentato il progetto. Il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa (PD), non è da meno: propugna lo scavo di un nuovo canale lungo 5 chilometri, largo 140 metri, profondo 10, che butterebbe all’aria 7 milioni di metri cubi di sedimento antichissimo.
Forse non conosce i disastri causati dallo scavo del Canale dei petroli negli anni ’60. Forse non sa che le leggi speciali per la tutela della Laguna di Venezia vietano interventi che non siano graduali, sperimentali, reversibili. I rischi per la navigazione rimangono, il pericolo di disastri ambientali pure, ma una cosa è chiara: anche questo progetto sarebbe costosissimo.
Ora si dirà: ma se serve a tutelare Venezia…. bugie! Lo ricordiamo a tutti perchè è importante saperlo. Il Patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’Unesco è tutta la Laguna; le leggi speciali per Venezia proteggono tutta la laguna.
E lo stesso decreto Clini Passera prescrive di “conseguire i massimi livelli di sicurezza anche ambientale” considerata “la particolarissima sensibilità e vulnerabilità dell’ambiente della Laguna di Venezia”.
“Venezia e la Laguna si salvano se le navi attraccano fuori dalla laguna” ha ricordato il portavoce Endrizzi nell’aula del Senato.
Esistono proposte progettuali diverse, con la realizzazione di uno scalo all’altezza delle bocche di Porto.
Così si eviterebbero gli incroci con vaporetti, ferry boat, petroliere e navi da carico. Attraccando fuori dalle paratie del Mose, le navi crocieristiche non avrebbero nemmeno i ritardi quando c’è l’acqua alta.
Sono soluzioni rapide, perchè si possono realizzare con banchine mobili, galleggianti o su cassoni affondati. E sono reversibili, nel rispetto delle normative. Ma hanno un difetto: costano meno
Forse per questo il ministro Lupi ha appena sollecitato l’Autorità Marittima ad emanare un provvedimento così da consentirgli di inserire lo scavo del Canale Contorta-Sant’angelo in Legge Obiettivo.
In un solo colpo otterrebbe di tagliare fuori le soluzioni più efficaci, rapide, rispettose delle leggi e meno costose; di scavalcare le procedure di Valutazione Ambientale Strategica, la Valutazione di Impatto Ambientale, l’Autorizzazione Integrata Ambientale, le leggi speciali per la tutela di Venezia e la Laguna, le competenze del Ministrero dell’Ambiente, il Piano Morfologico della laguna, il Piano d’area della Laguna Veneziana… E aprirebbe la possibilità spendere 150 milioni di soldi pubblici, e di coinvolgere i privati nella realizzazione, magari con il project financing reso tristemente noto in Veneto dalla Mantovani costruzioni.”
Guarda caso in legge di stabilità sono stati stanziati 140 milioni, sono già pronti a spenderli quando ne basterebbero molti meno.
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