La falsa legge ‘taglia-poltrone’ di Zingaretti (Pd)

Immagina una Regione trasparente, perché non ha niente da nascondere”. Questa frase campeggiava sui manifesti elettorali di Nicola Zingaretti fino a qualche mese fa. A quanto pare i cittadini del Lazio dovranno continuare a immaginare ancora a lungo. Sì, perché il Presidente della Regione Lazio ha confezionato su misura una legge tutt’altro che trasparente, la n° 90 del 18 Ottobre 2013, soprannominandola poi “legge taglia-poltrone”.
Le bugie iniziano già dal nome. Infatti la supposta legge “taglia-poltrone” in realtà non taglia affatto dirigenti e costi ma, con il pretesto di riordinare gli enti regionali, li unifica in un unico carrozzone, la società “Sviluppo Lazio”, affidata alla guida di un fedelissimo del Presidente della Regione in carica, Ciampalini, da sempre molto vicino al PD e, guarda caso, nominato dall’amico Zingaretti proprio pochi mesi prima dell’approvazione di questa legge che gli conferirà un enorme potere gestionale e organizzativo.
I dirigenti responsabili del disastroso stato del bilancio laziale transiteranno automaticamente nel soggetto unificato, senza valutazione alcuna quanto al loro passato operato e alla reale necessità di tali figure nell’organico della società. Nessuna vera razionalizzazione dei costi quindi, né tantomeno alcun vero risparmio per le casse regionali, se non vuota propaganda. Oltretutto è ferma intenzione di Zingaretti attuare il suo piano con una semplice delibera della Giunta, scavalcando completamente la competenza del consiglio regionale e i diritti delle opposizioni di manifestare il proprio dissenso in modo democratico.
La proposta alternativa targata M5S è invece molto incisiva: per la prima volta in Italia vogliamo limitare il rapporto tra dirigenti e dipendenti ad un massimo di 1 a 30, ma soprattutto garantire che nessuno dei responsabili del dissesto delle società regionali possa essere assunto nell’amministrazione stessa.
Il M5S chiede fermamente, inoltre, la liquidazione di BIL (Banca Impresa Lazio), un mostro con il 65% del suo organico formato da dirigenti e quadri, con un costo medio di 103.000 euro per dipendente e che non ha mai fatto un bando pubblico per i finanziamenti perché ha preferito erogarli discrezionalmente. Una banca che è posseduta in minoranza dalla Regione e per il resto dai grandi gruppi bancari (BCC, Intesa San Paolo, BNL, Unicredit) i quali, ma sarà sempre una casualità, sono tra i maggiori sponsor dei giornali che attualmente stanno riportando tali vicende politiche in modo palesemente parziale.
Come Senatori del MoVimento 5 Stelle eletti nella circoscrizione Lazio desideriamo esprimere il nostro pieno sostegno e la nostra massima solidarietà al Gruppo Consiliare M5S alla Regione Lazio.
Purtroppo, come al solito, dobbiamo anche constatare che la prima vittima della politica è la verità, visto che, come accennato, numerosi media locali e nazionali non fanno altro che riprendere gli sproloqui di consiglieri regionali e parlamentari PD, distorcendo a loro uso e consumo ciò che sta accadendo veramente alla Pisana. D’altronde si evince dai loro slogan quanto siano bravi con la fantasia. C’è chi immagina. E c’è chi invece, concretamente, fa.
Paola Taverna – Ivana Simeoni – Giuseppe Vacciano – Elena Fattori
Movimento 5 Stelle – Senato della Repubblica – Regione Lazio