#fuorilelobby Tivelli non è solo. Vanno avanti così da decenni (video)

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C’è una morale che è possibile desumere da tutta questa storia dei lobbisti a Montecitorio.
E cioè che i “lobbisti” che sbianchettano le leggi in Commissione, e i partiti collusi o sottomessi, non sono solo una leggenda complottista come hanno tentato di farci credere per anni.
E’ bastato che un pugno di cittadini entrasse in Parlamento, senza aver fatto alcuna “scuola di partito” (leggi: lavaggio del cervello) perché questo verminaio fosse scoperchiato. I parlamentari M5S hanno reagito come avrebbe fatto qualsiasi italiano: con sbigottimento, stupore, indignazione, nel vedere che chi fa le leggi è soggetto a un mercato quotidiano che avviene nei corridoi di un Parlamento che dovrebbe essere libero.
Nessuno si è preoccupato di loro, della presenza del MoVimento 5 Stelle. Nessuno si è vergognato di mostrare come funziona davvero il meccanismo. Un’abitudine consolidata da decenni, più la certezza che chi entra in Parlamento sappia molto bene su cosa tacere in cambio della poltrona e dello stipendio, hanno reso i lobbisti sicuri e sfacciati.
Ci chiediamo: e le opposizioni? Quei partiti, come SEL, o la Lega, che dalle piazze tuonano fiamme contro il governo, contro Roma Ladrona, contro il PD o Berlusconi, perché hanno sempre taciuto? Eppure hanno sempre visto, hanno sempre saputo.
Ve lo diciamo noi perché. Perchè anche loro fanne parte dell’ingranaggio, del teatrino, della pupiata secondo la quale ci si dividono i compiti e i voti. E il compito delle opposizioni è proprio fingere una denuncia di facciata, per drenare il consenso degli scontenti. Quando entrano qui, silenzio e obbedienza come tutti. Si chiama sistema.
Per finire, la stampa. L’abbiamo chiamata, l’abbiamo invocata, abbiamo tentato in ogni modo di coinvolgerla. I giornalisti avevano perfettamente riconosciuto la voce del “lobbista misterioso”. Ma anch’essi, fedeli alla consegna del silenzio, hanno finto che nulla stesse accadendo e hanno taciuto. Taciuto fino all’ultimo. Fino a costringere i cittadini in Parlamento a fare il nome al posto loro, a sostituirsi anche alla stampa, oltre che ai politici che si fanno scrivere le leggi dai potenti.
C’è ancora chi dice che non lavoriamo abbastanza. Invece ci stiamo sostituendo, soli e contro tutti, ad un intero sistema politico e dell’informazione. Abbiamo intenzione di andare fino in fondo: di sostituirli tutti, di andare al governo, di cambiare l’Italia come vogliono davvero i cittadini.
Mai sottovalutare la forza di un sogno.