Renzi e Verdini, ovvero la porti un bacione a Silvio…

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Matteo e Denis tubano all’ombra della cupola del Brunelleschi. Uno è il sindaco di Firenze e segretario del PD in attesa di cumulare qualche altra carica (amministratore di condominio?). Il (presunto) nuovo che avanza. L’altro è il plenipotenziario di Berlusconi in Forza Italia quando si parla di organizzazione del partito, liste e legge elettorale. Renzi e Verdini, Verdini e Renzi.
I due toscani sono su sponde politiche (teoricamente) opposte, ma parlano lo stesso dialetto, hanno in comune un’indole da toscani veraci e si capiscono al volo. Così hanno deciso di incontrarsi a cena, tête-à-tête, per parlare di legge elettorale e riforme istituzionali. Alla faccia dei metodi nuovi che Renzi vorrebbe inaugurare in politica.
Peccato che Verdini sia il pluri-inquisito dello scandalo P3, la cricca eversiva che pilotava, tanto per dire, l’eolico in Sardegna e soprattutto puntava a salvare il Lodo Alfano dalle grinfie della Consulta. Ed è l’uomo che, secondo le accuse, ha massacrato i bilanci della sua banca, il Credito cooperativo fiorentino, con prestiti generosi ad amici, amici degli amici e a se stesso (in veste di editore). Senza dimenticare la presunta truffa allo Stato sul fronte dei fondi alla stampa (il suo Giornale di Toscana è fallito comunque).
Le intercettazioni parlano chiaro: Verdini non si fa problemi a inciuciare con faccendieri del calibro di Flavio Carboni (già coinvolto nel vecchio crac dell’Ambrosiano) e con condannati per mafia come Marcello Dell’Utri. Oppure con ex politici sotto processo per rapporti con la camorra come Nicola Cosentino. Renzi però non fa lo schizzinoso se si tratta di inciuciare con Verdini sulle riforme, magari di fronte a una bella bistecca fiorentina.
Dopotutto c’è da rifare la legge elettorale per far saltare Letta il prima possibile. E Matteo, di fronte a ciò, non guarda in faccia niente e nessuno. Di sicuro Denis lo appoggia in pieno, visto che anche Berlusconi vorrebbe andare votare quanto prima.
Chissà, magari le cene gioviali tra Denis Verdini e Matteo Renzi sono destinate a proseguire. Sempre ben lontano da occhi indiscreti e dalle istituzioni depositarie della sovranità democratica, come il Parlamento. D’altronde è questo lo stile PD quando si tratta di fare gli accordi che contano e pesano.
Infine, magari, la cosa sarà suggellata da un nuovo incontro del sindaco-segretario con il Cavaliere. Chissà se Renzi gli avrà mandato i saluti tramite Denis come si usa dalle loro parti, “La porti un bacione a Silvio”.
E comunque, caro Matteo, stai tranquillo: stavolta con il Cavaliere si celebrerà tutto a Roma. Non servirà andare di nuovo in fervente pellegrinaggio ad Arcore.