L’indulto mascherato del decreto “svuotacarceri”

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Dopo il decreto Imu-Bankitalia e la “tagliola” imposta dalla Boldrini, il Governo ritorna a bomba con un nuovo decreto e una nuova questione di fiducia. Questa volta l’obiettivo è svuotare le carceri italiane. È il quarto decreto negli ultimi tre anni (due sono del governo Monti) sull’argomento. Perché la soluzione al problema delle carceri era dietro l’angolo e non ce n’eravamo mai accorti: basta aprire le celle e lasciare che i detenuti escano con tanti saluti a quel mito che è la certezza della pena. Un indulto mascherato.
Ma il decreto “Svuotacarceri” ha già prodotto i suoi effetti dalla data di pubblicazione, il 23 dicembre scorso, e ha fatto uscire mafiosi, assassini e stupratori (quelli veri) prima che il M5S mettesse un freno, facendo escludere dai benefici chi ha commesso questi reati. Perché il decreto Letta-Cancellieri, come la legge elettorale, non è stato possibile discuterlo in commissione dove la presidente Ferranti ha concesso di discutere solo 8 emendamenti (sui circa 500 totali) dando 3 minuti a gruppo. La tagliola fa scuola mentre nessuno si sogna di prendere in considerazione il contro-piano carceri presentato dal M5S.
Insomma, ennesimo decreto, ennesima fiducia, non per salvare i carcerati ma per non pagare le multe della Ue, lasciando le carceri così come sono in modo che chi entra possa vivere nelle stesse condizioni di chi è uscito.
ps= abbiamo chiesto al Dap i nomi di chi è uscito e i reati di cui si è macchiato. Dal ministero della Giustizia nessuna notizia. Non siamo mica i Ligresti…