Conflitto d’interessi: via subito i ministri Guidi e Poletti!

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Conflitto d’interesse: subito a casa i Ministri del lavoro Giuliano Poletti e quello allo Sviluppo Economico Federica Guidi .
Lo chiede il Movimento 5 Stelle che ha depositato in Senato due mozioni di sfiducia individuali per i ministri del governo Renzi.
I CONFLITTI DI POLETTI –
“Legacoop e Alleanza delle Cooperative rappresentano aziende attive in tutti i settori e in tutte le regioni italiane. Emergono, tra le altre, il colosso delle polizze assicurative leader nel ramo danni in Italia Unipol-Sai, la Cooperativa Muratori e Cementisti di Ravenna che si occupa della realizzazione del tunnel Tav Torino-Lione, la Nova Coop e la Coop Adriatica” si ricorda nella mozione del Movimento 5 Stelle a prima firma del capogruppo Vincenzo Maurizio Santangelo.
“Legacoop, inoltre, detiene interamente il pacchetto azionario di Coopfond, società che gestisce il Fondo mutualistico per la promozione cooperativa alimentato dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti a Legacoop e dai patrimoni residui di quelle poste in liquidazione” continua la mozione di sfiducia che ricorda poi come ” spicca, inoltre, un saldo rapporto con il Gruppo «Obiettivo Lavoro», società cooperativa operante nell’ambito del lavoro interinale, nato – come evidenziato sul sito internet ­- «dall’incontro dei mondi e delle iniziative di Legacoop e Compagnia delle Opere (Comunione e Liberazione)”.
“Ai sensi del Decreto Legislativo 2 agosto 2002, n. 220, il Ministero dello Sviluppo economico – dunque, in senso lato, il potere esecutivo a cui appartiene anche il Ministro del Lavoroesercita la vigilanza di tutte le forme di società cooperative e dei loro consorzi, mediante revisioni cooperative ed ispezioni straordinarie”.
Da qui il conflitto d’interesse che va sciolto attraverso le dimissioni del Ministro Giuliano Poletti. “Il profilo soggettivo del Ministro Poletti è, pertanto, palesemente incompatibile con l’incarico affidatogli, stante non solo un personale intreccio politico ed imprenditoriale in ambiti attigui a quelli della pubblica amministrazione, ma riferito ai poteri di vigilanza e di controllo del Ministero da egli attualmente guidato su enti da egli precedentemente amministrati” spiega la mozione che aggiunge come “il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali non risulta idoneo al suo mandato istituzionale, che dovrebbe essere costituzionalmente improntato all’interesse esclusivo nazionale, ed ai criteri dell’imparzialità e del buon andamento amministrativo”.
I CONFLITTI DELLA GUIDI
“Il Ministro Guidi si è formalmente dimesso da tutte le cariche operative e rappresentative ricoperte nella società di famiglia e, contestualmente, ha lasciato l’incarico di consigliere delegato nel Fondo Italiano d’Investimento ciononostante, la dottoressa Guidi e la sua famiglia sono proprietari di azienda – la «Ducati energia» – in rapporto economico con le pubbliche amministrazioni (centrali e periferiche), nonché con grandi aziende di proprietà erariale (tra cui: Enel, Ferrovie dello Stato, Terna, Poste, società municipalizzate)” ricorda la mozione di sfiducia del Movimento 5 Stelle.
“In particolare, i prodotti aziendali hanno prevalente – se non esclusivo – sbocco di carattere pubblico, come il segnalamento ferroviario, il ticketing, materiale di produzione e gestione elettrica, i veicoli elettrici come il quadriciclo Free Duck”. “Il 14 novembre 2011, l’allora Presidente dell’Associazione dei Comuni Italiani (ANCI), Dott. Delrio, attuale Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio, ha siglato un accordo tra l’Anci stessa e l’azienda della famiglia Guidi, volto alla sperimentazione presso i Comuni italiani del prototipo di bicicletta a pedalata assistita ad alto rendimento e ad emissioni zero sviluppato proprio da Ducati Energia, attraverso uno stanziamento pari a 1,2 milioni da parte del Ministero dell’Ambiente”.
“La Società Italiana per le Imprese all’Estero (Simest), società per azioni e controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti, ha acquistato nel dicembre 2012 il 15 % delle azioni del Gruppo Guidi, con un investimento di durata pari a 3 anni e, dunque, ancora in corso. Come risulta da un comunicato ufficiale, datato 19 dicembre 2012, «attraverso l’ingresso di SIMEST il Gruppo Guidi si pone come obiettivo una ulteriore espansione. In particolare il piano industriale prevede nei prossimi 3 anni investimenti significativi finalizzati al potenziamento della struttura produttiva, attraverso l’innovazione dei processi con l’impiego di moderne tecnologie e lo sviluppo di nuovi prodotti e sistemi ad alto contenuto tecnologico” si ricorda nella mozione di sfiducia . “La dottoressa Guidi si è altresì dimessa dal ruolo di consigliere delegato del “Fondo Italiano d’Investimento SGR S.p.A.”: società costituita, su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze, con alcune Banche Sponsor e associazioni di categoria.
“E’ altresì fatto notorio che la dottoressa Guidi, nonché la sua famiglia, sia in rapporto personale e politico col dottor Silvio Berlusconi, maggior proprietario – tra l’altro – del sistema radiotelevisivo privato italiano. Segnatamente, la stessa dottoressa Guidi ha pubblicamente affermato (Corriere della Sera, 24 febbraio 2014, pag. 6) di aver ricevuto formale proposta di «entrare nelle liste del Popolo della Libertà» per le elezioni politiche del febbraio 2013″. “Il Ministero dello Sviluppo Economico, ai sensi della normativa vigente, ha tra l’altro i compiti di: predisporre la disciplina di regolamentazione per i settori delle comunicazioni elettroniche e della radiodiffusione– ricorda Santangelo – assegnazione dei diritti d’uso delle frequenze per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e dei diritti d’uso delle numerazioni; gestione degli interventi di incentivazione a sostegno dell’emittenza televisiva locale e dell’emittenza radiofonica locale”.
“La situazione soggettiva della dottoressa Guidi è del tutto incompatibile con la delicatezza dell’incarico ministeriale affidatole. L’intreccio tra i suoi interessi aziendali, in rapporto consolidato con le pubbliche amministrazioni e con le aziende pubbliche, stante anche la perduranza dell’investimento di Simest SpA, è del tutto incompatibile con le funzioni ministeriali” si spiega nella mozione di sfiducia.
“L’evidente ed ingente conflitto di interessi in capo al Ministro dello Sviluppo Economico, connesso ai suoi rapporti di natura politica, personale e familiare, non risulta idoneo al suo mandato istituzionale, che dovrebbe essere improntato all’interesse esclusivo della Nazione, all’imparzialità e al buon andamento amministrativo” si conclude il documento.