Caso Barracciu: benzina sul fuoco del Governo

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Oggi durante il question time in Aula abbiamo chiesto al Governo di chiarire il caso del sottosegretario al ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Francesca Barracciu. Soltanto due mesi fa il suo partito, il Pd, chiedeva a Barracciu, vincitrice delle primarie in Sardegna, di ritirare la sua candidatura per le regionali, dal momento che è indagata per peculato nell’ambito dell’indagine della procura di Cagliari sulle spese dei fondi assegnati ai gruppi consiliari. Al sottosegretario alla Cultura vengono contestati 33 (dica trentatre!) mila euro di rimborsi per la benzina spesi in meno di tre anni, quando era consigliere regionale.
Quest’ombra ha indotto Renzi a chiederle un passo indietro per le regionali ma non gli ha impedito di inserirla nella sua squadra di Governo. Non c’è che dire, la coeRenzi al potere. Tra l’altro il neo sottosegretario è stato recentemente protagonista di un episodio sui social network che la dice lunga su come lavori l’esecutivo del cambioverso.
Barracciu ha ricevuto l’incarico lo scorso venerdì. Il giorno dopo, su Twitter, un utente le chiede se avesse la delega al turismo o alla cultura e Barracciu risponde di “non avere potuto verificare nel dettaglio (dettaglio?!). Sto andando ora verificare… Poi ti dico…”. Al che, giustamente, un altro utente cinguetta “mi scusi, ma non sa neppure a cosa è sottosegretario?”.
La morale è la solita: non importa quale sia la posizione che si ricopre. A contare è la poltrona.