“Job act”? No: diritti, inclusione, semplicità. Ecco il lavoro a 5 Stelle

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Mentre Renzi presenta la sua fuffa, priva come al solito di sostanza economica e di coperture finanziarie certe, il MoVimento 5 Stelle lavora a un piano sul lavoro serio, inclusivo, solidale. Le tre parole chiave sono semplificazione, diritti e inclusione.
DIRITTI, CREDITO E STABILITA’
In Italia c’è bisogno di impieghi stabili e di un reale snellimento delle forme contrattuali. Invece il governo tenta l’ennesima truffa semantica e parla di “contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti” per indicare in realtà un’accettazione remissiva della precarietà. 
Per iniziare il M5S chiede chiarezza e punta a un contratto di lavoro che garantisca innanzitutto l’accesso al credito o al mutuo per l’acquisto di prima casa. Un contratto che offra da un lato stabilità ai lavoratori dall’altro il giusto spazio di manovra per chi deve oculatamente investire.
E’ ovvio che serve al datore un congruo periodo di prova. Ma il passaggio successivo alla stabilità deve comportare la piena tutela data dallo Statuto dei lavoratori.
CONTRATTO A TEMPO: DURATA CERTA
La legge 300 del 1970 non si tocca. Anzi, il M5S propone l’estensione dello Statuto anche ai lavoratori soci delle cooperative. Un conto è sveltire le procedure, semplificare gli adempimenti, rendere chiara e organica la normativa, un altro cancellare i diritti. Stop, anche in questo caso, alle truffe semantiche. Bisogna andare verso la progressiva cancellazione delle forme contrattuali precarie. 
Ormai il mercato del lavoro, soprattutto quella giovanile, è il luogo della strumentalizzazione che usa la parasubordinazione quale paravento per nascondere le forme più perverse e sottili di sfruttamento. Una flessibilità chiara e senza abusi, invece, va garantita e il M5S è infatti favorevole alla centralità del contratto a tempo determinato. La sua durata dovrà essere fissata sulla base di condizioni oggettive, in modo tale che la data di conclusione del rapporto contrattuale corrisponda, ad esempio, con la fine dello svolgimento di un compito particolare o con un determinato evento. Ogni pur legittima ulteriore ipotesi legata alla stagionalità o al bisogno temporaneo, come nel caso dei contratti a chiamata, dovrà assumere il carattere della residualità e dovrà in ogni caso essere sottoposta a controlli ispettivi capillari.
SFOLTIRE I CONTRATTI NAZIONALI
E’ necessario un Testo unico del lavoro allo scopo di rendere più comprensibili e coordinate le norme esistenti. E’ impensabile, inoltre, continuare a veder coesistere un numero così rilevante di Contratti collettivi nazionali di lavoro, utili solo a far proliferare il numero di sigle sindacali. 

REDDITO DI CITTADINANZA
Sul fronte degli ammortizzatori attivi, il M5S ha anticipato tutti presentando il Reddito di cittadinanza, un contributo che sostituisce l’attuale sistema di sostegni frammentari e assistenzialistici. Il RdC è congegnato per garantire da un lato un livello minimo di sussistenza e dall’altro per incentivare la crescita personale e sociale dell’individuo, in modo da renderlo e mantenerlo competitivo nel mercato del lavoro.
RIFORMA DEI CENTRI PER L’IMPIEGO
Sul fronte della formazione, stop ai “corsifici” a pioggia con materie non tarate sulle reali esigenze di aziende e lavoratori. Il Movimento 5 stelle pone viceversa il focus da tempo sulla necessità di provvedere al più presto alla riforma dei centri per l’impiego. E’ totalmente inopportuno creare nuove agenzie, nuovi carrozzoni di Stato che comportano sprechi e ruberie. E’ sufficiente mettere in rete e far dialogare le banche dati per ottenere un ottimale “matching” tra domanda e offerta di lavoro.
Inoltre il M5S vuole arrivare allo stop per le “agenzie di lavoro accreditate”: bisogna fermare la speculazione privata nel settore che corrisponde alla deresponsabilizzazione dello Stato.


DEMOCRAZIA DIRETTA NEI LUOGHI DI LAVORO

Sul fronte della rappresentanza, bisogna comunque garantire i diritti minimi a tutte le sigle sindacali e ci riferiamo in particolare ai diritti di assemblea e propaganda. Nel contempo bisogna promuovere la democrazia diretta nei luoghi di lavoro attraverso la partecipazione dei lavoratori nei Cda delle grandi imprese.

DIRIGENTI PA, IL GIRO DI VITE
Per quanto riguarda il taglio delle tasse, il M5S ha già proposto l’abolizione totale dell’Irap per le micro-imprese, reale ossatura dell’economia del Paese. Bisogna smetterla con le stagioni di tagli orizzontali e bisogna invece colpire strutturalmente le sacche di privilegio, anche in seno alla Pubblica amministrazione. E’ in arrivo una proposta di legge per limitare a 1 su 60 il rapporto tra dirigenti pubblici e dipendenti. Puntiamo al divieto di proroga dell’incarico dirigenziale allo scadere dei cinque anni. Infine vogliamo cancellare la norma che consente alle Pa di prendere dipendenti senza qualifica e trasformarli in dirigenti a tempo determinato. 

FORNERO ADDIO, RIFORMA DEL PROCESSO DEL LAVORO
Il Movimento 5 stelle si è espresso a più riprese sul tema della riforma previdenziale Fornero. E’ possibile fare, a questo punto, un primo bilancio di quell’intervento legislativo sulle pensioni: centinaia di migliaia di persone (impropriamente definiti “esodati”) senza pensione, senza reddito e senza futuro, allungamento dell’età pensionistica che allontana ancor più la possibilità per i nostri giovani di accedere a un lavoro, spostamento dei contributi dei lavoratori verso le “pensioni integrative”.
Non è più possibile può rimanere indifferenti di fronte a questa paradossale situazione: troppe persone sono vittime della famigerata legge Fornero. Bisogna arrivare all’ abrogazione dello sciagurato dispositivo posto in essere della legge Fornero.
Infine il MoVimento 5 Stelle ritiene essenziale mettere mano alla riforma del processo civile del lavoro allo scopo di abbreviare tempi e procedure. Bisogna allineare il nostro Paese all’Europa, assicurando la certezza del diritto tanto ai lavoratori quanto ai datori di lavoro.