Quote rosa. Il Governo? Non siete capaci, ora tocca a noi!

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Se nelle prime settimane a palazzo Chigi qualcosa ha dato al Presidente del Consiglio l’illusione che gli italiani si bevessero i proclami governativi solo perché appizzottati su slides rubate ad un corso motivazionale per telepredicatori, o che l’old style fashion sfoggiato nella visita al Reichstag bastasse a compensare il vuoto pneumatico di progettualità del nostro Primo Ministro, ho la sensazione che, indipendentemente dalle grandi manovre sulle leggi elettorali, il risveglio sarà rapido e drammatico.
Mentre infatti Renzi e Brunetta battibeccano sulla legge elettorale con la stessa foga di due amanti gelosi, in un gioco fatto di scaramucce e di ripicche, gli italiani hanno cominciato ad aprire gli occhi. E’ ormai impossibile fare a meno di capire che i pochi fatti e le troppe promesse di questo Governo non sono sufficienti a cancellare la vera questione fondamentale: la noncuranza per il metodo e il merito che qualificano una democrazia rappresentativa.
Può una pianta malata dare un frutto sano? Se ogni vostra azione è viziata dal disprezzo dell’avversario politico – un avversario che peraltro ha ottenuto 9 milioni voti – se la vostra ansia di fare non consente alcun ripensamento in cui possa avere diritto d’interlocuzione l’unica vera opposizione che trovate in questo Parlamento, inevitabilmente ogni intervento sulle regole non sarà che un intervento di parte che destabilizza il sistema.
Ho già avuto modo di richiamare in quest’aula a più riprese che il Movimento 5 stelle rappresenta quelle donne che non sono d’accordo nell’essere svilite per favorire la rielezione di qualche collega deputata che vuole comodamente liberarsi della concorrenza maschile e sguazzare nel vuoto di presenza femminile. Se queste onorevoli volessero veramente tutelare le donne lotterebbero per favorire la partecipazione politica nei loro partiti di appartenenza, perché se c’è una piena partecipazione inevitabilmente il numero delle donne si avvicinerà a quello degli uomini e- non ne dubito – in taluni casi lo supererà.
Basti guardare al nostro caso, quello del Movimento 5 stelle. E, perdonatemi se lo ripeto, il vero sessismo è quello di coloro che vorrebbero preferire una donna ad un uomo solo perché donna, e viceversa. Noi crediamo che la parità di genere vada promossa nella società e che una legge che fissi delle quote in politica sia soltanto un modo per lavarsene le mani. Anzi, si fa un danno ai cittadini. Quando si delega è importante poterlo fare nei confronti della persona che più ci rappresenta, indipendentemente dal fatto che sia maschio o femmina, bianco o di colore, normodotato o diversamente abile. E se per il futuro mio e dei miei figli voglio scegliere tre uomini o tre donne non dovrebbe essere certo qualche deputata dal vestitino bianco griffato a potermelo impedire.
Insomma colleghi, quello che avremmo voluto è poter parlare di legge elettorale europea per davvero, perché questo non è altro che l’ennesimo approssimativo e dannoso spot elettorale. Ciò di cui questo Paese ha bisogno urgente sono riforme vere. Permettetemi di citare ancora, in conclusione, Michel Foucault: “Forse oggi l’obiettivo non è scoprire quello che siamo, ma rifiutare quello che siamo. Dobbiamo immaginare e costruire ciò che potremmo diventare.”
Voi non ne siete capaci. Ora tocca ai CITTADINI. Ora tocca al Movimento 5 stelle. VINCIAMO NOI!!
Federica Dieni, Commissione Affari Costituzionali