Oggi, 25 aprile 2014. Achtung, banditen!

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Liberazione.
Una battaglia per i diritti dei cittadini, dei lavoratori, degli intellettuali. Una battaglia per garantire la libertà di pensiero, la libertà politica, la libertà di informazione. Una battaglia per garantire la cultura, la salute, la qualità della vita. Era il 25 Aprile, una battaglia che credevano vinta e che credevano avrebbe cambiato il mondo.
Non gli hanno lasciato cambiare niente.
Dopo 70 anni, cosa resta di quel sogno? Cosa resta della libertà, della democrazia, della qualità della vita?
Cosa resta di quella battaglia?

Resistenza.
E’ rimasta una parola sacra. Fatta di santini, ricordi, sbiadite foto in bianco e nero, coccarde, gonfaloni. Fatta di cerimonie, corone, rivendicazioni e appropriazione di simboli.
E’ rimasta solo la parola.
Del suo vero significato oggi si ha paura, lo si condanna, lo si diffama. Per decenni si sono uniti, i fascismi rossi e quelli neri, le chiese e le ideologie. Unite a rendere esangue quel sogno di libertà.

Eppure oggi, 25 Aprile 2014, mai come adesso si avrebbe bisogno di resistenza e di liberazione. Si avrebbe bisogno di portare a termine quella battaglia rimasta sospesa: resistenza contro chi affama, resistenza contro chi opprime, resistenza contro chi inganna, resistenza contro chi depriva e ruba e mente. Liberazione dalle catene della finanza, liberazione dalle catene dei trattati internazionali, liberazione dalle catene di un potere globale che tutti schiaccia.

Resistenza e liberazione. Due parole che oggi, 25 Aprile 2014, non si possono più pronunciare, diventate terribile tabù. Perché se le pronunci, se ci credi, se vuoi viverle davvero e fino in fondo, ti chiameranno con un’altra parola che solo gli oppressori -70 anni fa- amavano usare.

Briganti.


Ufficio Comunicazione M5S Camera

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