L’Emilia, il terremoto, le bugie, le proposte

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Ore 4 del mattino del 20 maggio 2012. L’Emilia trema e crolla sotto i colpi di una scossa di magnitudo 5.9. Alle prime luci del giorno la realtà si mostra in tutta la sua terribile evidenza: morti, crolli, sfollati.
Sono passati due anni e quella ferita è ancora aperta, nella memoria dei cittadini di quei territori e nei segni lasciati sul paesaggio violentato.
La ricostruzione, purtroppo, è ancora in alto mare. Gli unici che sembrano non essersene accorti sono i politici del Governo e della Maggioranza, che parlano in termini positivi e ottimistici. Al solito il presidente della Camera ha trovato il modo di distinguersi, in negativo, arrivando a definire la ricostruzione “esemplare”.
Dopo le menzogne e i sogni, torniamo alla realtà. Perché gli emiliani, da gente operosa e incapace ad arrendersi, non si sono persi d’animo e da subito hanno cercato di tornare a una vita il più normale possibile.
Chi, per l’ennesima volta è mancato all’appello è stato invece lo Stato e, in particolare, i governi che hanno dovuto affrontare questa emergenza. Perché i cittadini che non sono potuti ancora tornare a casa sono troppi, perché su 33 mila appartamenti colpiti solo un terzo hanno ricevuto l’ok per i contributi. Le imprese, sostanzialmente sono ripartite solo grazie alle proprie forze: delle cinquemila colpite dal sisma hanno ricevuto fondi circa 500, un decimo del totale. Avessero aspettato una mano dalle istituzioni, sarebbero ampiamente fallite.
Il tormentone che in questi giorni viene evocato più spesso da Renzi&co sull’Emilia è la fiscalità di vantaggio. Tu guarda un po’, si accorgono dell’importanza di questa misura soltanto alla vigilia delle elezioni.
Noi, invece, abbiamo compreso fin dal nostro ingresso in Parlamento che questa misura era essenziale per rimettere davvero in piedi quell’economia. Già da tempo chiediamo misure per un reale abbassamento della pressione fiscale e contributiva nelle area colpite dal sisma e successivamente dall’alluvione.
A giugno 2013, tra i nostri primi atti di inizio della Legislatura, ci fu un emendamento a prima firma Vittorio Ferraresi per l’istituzione delle zone franche urbane. Abbiamo poi riprovato più volte a spingere l’acceleratore su una fiscalità di vantaggio in ossequio alla normativa europea, anche con un Ordine del giorno alla legge di stabilità a prima firma Michele Dell’Orco e successivamente con una mozione.
La fiscalità di vantaggio potrebbe davvero rappresentare una svolta per la ricostruzione. Purtroppo, però, c’è chi dice no: il governo, la maggioranza, questi partiti, alla prova dei fatti hanno bocciato tutto. Non a noi, ma a voi.
A parole siamo tutti d’accordo sull’importanza di una fiscalità di vantaggio, ma ora aspettiamo Governo e maggioranza all’ennesima prova dei fatti: la discussione del decreto per l’alluvione e il sisma in Emilia. In quella occasione presenteremo emendamenti propositivi e vogliamo proprio vedere come si comporterà questa volta la maggioranza.
Se continuerà a stare dalla sua parte o se sceglierà i cittadini.
Michele Dell’Orco
Vittorio Ferraresi
Maria Edera Spadoni
Giulia Sarti
Paolo Bernini
Mara Mucci
Matteo Dall’Osso
Michela Montevecchi
Elisa Bulgarelli