Renzi sfiducia da Renzi: “Entro 10 giugno riforma Senato o vado via”

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Renzi è stato sfiduciato da Renzi. Il presidente del Consiglio aveva dichiarato: “Il primo voto sulla riforma del Senato entro il 10 giugno, oppure lascio e vado a casa“. Visto che la controriforma di palazzo Madama non è stata neppure avviata, Renzi deve fare subito le valigie. In campagna elettorale aveva promesso di mantenere questo impegno per convincere i cittadini di essere l’uomo del fare, l’interprete del cambiamento. Invece dimostra ancora una volta di essere solo chiacchiere e slogan, di non rispettare la parola data e di non conoscere il significato del termine “coerenza”. L’apoteosi del fallimento, il peggior esempio della vecchia politica. Dalla svolta buona all’inversione a U.
Naturalmente è un bene che il ddl incostituzionale sulla riforma del Senato si sia arenato, insieme al Pregiudicatellum e alla modifica del Titolo V fa parte di un progetto marcatamente piduista di scardinamento degli equilibri istituzionali. Un Parlamento di nominati con una legge incostituzionale vuole eliminare un fondamentale organo di garanzia, approvare una riforma elettorale antidemocratica ed accentrare il potere nelle mani di un uomo solo al comando. Di fronte ad una crisi della rappresentanza politica, alla fragilità delle istituzioni e all’esasperazione dei cittadini sempre più sopraffatti dalle difficoltà economiche e dalle disuguaglianze sociali, la casta risponde con un nuovo autoritarismo.
La corruzione dilagante, l’illegalità ormai istituzionalizzata e la proliferazione di scandali che sta sommergendo quel poco che resta della credibilità della politica sono fattori che rappresentano in pieno la fine di un’epoca: quella della partitocrazia. La distanza tra il Palazzo e società civile non si può colmare con delle riforme ad castam, ma con provvedimenti per distribuire poteri e funzioni delle istituzioni, per renderle case di vetro e aumentare il coinvolgimento dei cittadini nei processi di governo della cosa pubblica. Per questo, ora è il momento di abbandonare la rotta autoritaria e promuovere leggi nel segno della trasparenza e della partecipazione.
Il M5S propone un pacchetto di riforme sul conflitto di interessi, sulla corruzione, sulla legge elettorale scritta dai cittadini, sui referendum senza quorum e sulle istituzioni pulite. Queste sono le vere riforme da attuare per abbattere il sistema marcio che sta saccheggiando il Paese e restituire efficienza alla politica, rimettendo al centro gli interessi dei cittadini. Noi siamo pronti a votarle subito, senza rinvii e giri di parole. E Renzi, dopo 100 giorni di Governo, è pronto o ha esaurito le slide?
Riccardo Fraccaro