CSM: è finita l’indipendenza della magistratura. Ecco l’SMS che lo prova

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Si è spenta ieri alle 11.38 l’indipendenza della magistratura. La morte è ascrivibile ad un sms inviato dal sottosegretario alla Giustizia (sic!) Cosimo Ferri a decine di magistrati per influire sull’esito delle elezioni per il CSM che si stanno tenendo in questi giorni. Ecco il testo del ferale messaggio: “Per le prossime elezioni CSM mi permetto di chiederti di valutare gli amici Lorenzo Pontecorvo (giudice) e Luca Forteleoni (pm) ti ringrazio per la squisita attenzione Cosimo Ferri”.
Che il CSM sia diventato – definizione di Aldo Giannuli – un “carrierificio per meriti di corrente, dove non hanno alcun peso i reali meriti professionali dei magistrati ma conta solo il rientrare nella spartizione fra partiti e correnti della magistratura”, è cosa nota. Ma è il colmo che un rappresentate di governo [vedi qui la biografia di Ferri] faccia campagna elettorale per alcuni magistrati in quello che dovrebbe essere l’organo di autogoverno della magistratura. E’ questa la riforma della giustizia che tanto affatica il governo? Piazzare i magistrati graditi, affidabili, al posto giusto? Non sarebbe meglio invece che affidarsi agli sms che il governo presentasse un suo listino?
Il telefono non porta bene al sottosegretario che in un recente passato fu intercettato nell’inchiesta su Calciopoli che rivelavano particolari non proprio limpidi per un magistrato.
Nonostante tutto Ferri finì proprio al CSM: “Ho fatto la mia campagna elettorale a testa alta”, disse appena eletto. Nel 2013 il balzo al governo, quello di Letta, e poi la conferma in quello attuale. Una carriera fulminante. Per lui e per l’autonomia della magistratura. Che infatti è morta.