Serra (M5S): “Si fermi la speculazione delle energie rinnovabili in Sardegna, no alla svendita del nostro territorio!”

AreaVillasor.JPGLa portavoce M5S al Senato Manuela Serra ha presentato in Senato un’interrogazione, a risposta orale, ai Ministri dello sviluppo economico e dell’ambiente e della tutela del territorio del mare, in ordine al progetto denominato “Flumini Mannu” proposto dalla società Flumini Mannu ltd. Il progetto consiste nella costruzione di una centrale solare termodinamica a concentrazione, con una potenza pari a 55 megawatt. Il territorio interessato ha un’estensione di circa 269 ettari ed è compreso nelle località di Su Pranu e Riu Porcu nei Comuni di Decimoputzu e Villasor.
Al netto delle valutazioni tecnico giuridiche sulla legittimità o meno delle procedure adottate per le valutazioni preliminari inerenti l’impatto sull’ambiente, la realizzazione di un impianto di questo genere, in un’area agricola così vasta, appare irragionevole. Se si bilanciano i vantaggi e gli svantaggi derivanti per i sardi da questa attività, si comprende che sottrarre centinaia di ettari di territorio all’agricoltura e al pascolo, non sono verosimilmente un buon affare per la Sardegna. Inoltre, non si comprende il motivo per il quale non si prediligano aree già degradate per l’installazione di queste strutture. Gli argomenti a sostegno di questi progetti sono sempre gli stessi, grossi investimenti da parte di multinazionali e tanti posti di lavoro per i sardi, le solite promesse e intanto il territorio sardo ha già all’attivo 445000 ettari di territorio compromesso, pregiudicarne altro non sembra corretto.
Lo scopo dell’energia rinnovabile dovrebbe essere quello di rendere autonomi e autosufficienti i territori, le famiglie e le piccole e medie imprese dai gestori nazionali più o meno unici. Si dovrebbe preferire, quindi, la distribuzione orizzontale e non verticistica dell’energia elettrica. Una centrale da 55 megawatt, sebbene termodinamica, produce energia centralizzata che, successivamente, un unico gestore/proprietario dovrà distribuire e vendere in maniera verticistica, anche a migliaia di chilometri rispetto al luogo di produzione.
Sono da privilegiare, certamente, i piccoli impianti realmente utili e necessari a soddisfare le esigenze dei territori, in luogo dei grandi distributori di energia; in tal modo si eviterebbe il consumo del suolo, da impiegare in altre attività come l’allevamento e l’agricoltura, quindi per lo svolgimento di attività economiche compatibili con l’ambiente. Inoltre, l’energia prodotta, spesso al di sopra del fabbisogno nazionale, viene “buttata a mare” in quanto non accumulata e non accumulabile, ciò, evidentemente, a vantaggio della produzione di energia derivante da fonti fossili.