PA e progettisti, è paralisi
Maggioranza distratta si incarta

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Scene di panico giovedì sera in commissione Affari costituzionali alla Camera. La votazione procede con inerzia, come sempre, con i deputati della maggioranza intenti a far altro fra un’alzata di mano e l’altra (per votare). Improvvisamente una domanda squarcia la monotonia. “Scusate, ma abbiamo votato per togliere i premi ai dipendenti degli Enti locali?” chiede una deputata piddina improvvisamente tornata sulla terra. Sguardi interrogativi fra i colleghi. La Ministra: “Sì, sì, come era nel decreto”. Occhi sbarrati, è appena successo ma non se ne sono accorti, nessuno lo diceva chiaramente ma nell’aria si leggeva qualcosa del tipo: “Che cosa abbiamo votato?!”.
Seguono scene di quieta disperazione. Le norme che la maggioranza ha abrogato, infatti, sono quelle che consentono di contenere i costi di progettazione e di valorizzare le risorse interne della pubblica amministrazione. Senza più questa norma si sarà costretti a esternalizzare tutto con costi che possono lievitare fino al 70 per cento. Il che – è evidente – cozza clamorosamente con la magica spending review. Il risultato certo sarà la paralisi di tutti i progetti: gli interni non si assumeranno responsabilità che vanno oltre le loro mansioni senza corrispettivi e appaltare all’esterno non si può.
Questo il testo passato in Commissione. In aula il MoVimento 5 Stelle presenterà un emendamento per sistemare la situazione. Ma se il Governo dovesse – come è probabile – apporre la questione di fiducia? Allora tutto sarà perso.