Pagella delle Pmi a Renzi dopo cinque mesi di governo: bocciato!

renzi lingua.jpg

Gli imprenditori, soprattutto quelli medi e piccoli, di solito hanno naso e vedono lungo. Non a caso sono bastati loro pochissimi mesi per fiutare il bluff di Renzi e capire che questo è il governo che agli spot e ai pesci rossi fa seguire soltanto altri annunci e altra propaganda.
Ne è un esempio lampante il documento-pagella diffuso pochi giorni fa dalla Confartigianato della Marca Trevigiana. L’organizzazione imprenditoriale del nord-est ha espresso il proprio giudizio su Palazzo Chigi in relazione ad alcune direttrici d’azione fondamentali, dal fisco alle riforme istituzionali, dal credito alla legalità, dalla semplificazione alle politiche per l’occupazione.
Risultato? Il voto complessivo delle Pmi venete oscilla tra il 5 e il 6, dunque non arriva alla sufficienza. E c’è un bel 3 che spicca in mezzo agli altri voti sul tema decisivo del rapporto tra banche e imprese.

Tra le tante riflessioni contenute nel documento, Confartigianato nota che Renzi non si è certo distinto per un “innovativo sistema di dialogo con le rappresentanze di categoria”. Nella pagella si critica poi il decreto Irpef e la mancanza di indirizzo sulle centrali uniche di acquisto per le Pa. E in merito allo sbandierato taglio dell’Irap, si fa notare che la misura “lascia esposti al prelievo i soggetti più piccoli”.

Le imprese lamentano poi la mancata esclusione degli immobili strumentali dalla mazzata dell’Imu e criticano pesantemente il comportamento del governo su una delle missioni fondamentali per cui Renzi è andato a Palazzo Chigi: “Nessun provvedimento è stato adottato” per ridurre il costo del lavoro, dicono, e nel Jobs act nemmeno se ne parla.
Sulla questione degli incentivi per la “piccola mobilità”, della quale il M5S si è ampiamente occupato, il governo si becca un bel 3 dalle imprese che stigmatizzano le incertezze in cui sono costretti a muoversi i datori di lavoro. E un altro rotondo 3 Renzi lo rimedia sul finanziamento degli ammortizzatori in deroga per il buco che continua a gravare sul 2014.
Secondo Confartigianato dal governo sono arrivate “solo promesse” sul fronte dello snellimento burocratico legato alla sicurezza sul lavoro. Mentre “risultati scarsi” sono stati ottenuti in relazione al rispetto dei tempi dei pagamenti dei debiti commerciali, altro tema caldissimo. In merito alla moneta elettronica il documento critica “l’introduzione dei Pos indiscriminata. Appare un regalo alle banche”. E si denuncia l’indebolimento delle Camere di commercio da parte dell’esecutivo.

Sul fronte del sostegno al credito, come detto, Palazzo Chigi viene fatto a pezzi: “E’ assente e inaffidabile”. Poi, sui meccanismi premianti per chi denuncia l’illegalità, la Confartigianato della Marca Trevigiana stigmatizza: “Nessuna iniziativa, salvo l’istituzione di un Commissario anticorruzione”.

C’è qualche altra valutazione più magnanima, certo, e molte sospensioni del giudizio in attesa di provvedimenti concreti. Ma, infine, sul versante del turismo e dell’internazionalizzazione delle imprese, spiccano in pagella stoccate durissime: “Solo promesse” piuttosto che “attenzione alla dimensione piccola impresa tuttora insufficiente”.

Renzi non ha compreso il valore delle Pmi. E le Pmi se ne sono subito accorte. Il M5S continua a lavorare per dare slancio alla vera ossatura dell’economia del Paese.

SCARICA IL DOCUMENTO DELLA CONFARTIGIANATO – MARCA TREVIGIANA.pdf