DL Competitività (Ambiente Devastato): la dichiarazione di voto M5S

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Signora Presidente, colleghi deputati,
eravamo qua solo qualche giorno fa per la fiducia al decreto 90 sulla Pubblica amministrazione. A quanto siamo arrivati? Mi pare 18, sì 18 voti di fiducia da fine febbraio a oggi, in appena 5 mesi. Il governo Renzi sta battendo tutti i record di scavalcamento del ruolo del Parlamento. Come mai adesso l’abuso della decretazione d’urgenza non sembra preoccupare il Capo dello Stato?
Renzi commissaria il Parlamento, riempiendolo di decreti che vanno soltanto convertiti. E paradossalmente dimostra di non aver bisogno della disastrosa riforma del Senato: non è il bicameralismo a rallentare i lavori ma l’atteggiamento del governo. Quando il decreto è arrivato alla Camera non abbiamo fatto in tempo ad avere il testo, che già era stata fissata la scadenza degli emendamenti. Il suo esame si è svolto in poche ore di seduta di commissione, per poi approdare in aula dove – neanche a dirlo – il governo ha azzerato ogni residua velleità di discussione ponendo la fiducia.
I provvedimenti inseriti nel testo hanno un obiettivo apparentemente nobile: combattere l’inquinamento e superare le maggiori criticità ambientali. E’ il metodo che lascia perplessi: la strada che viene intrapresa è quella più classica e ipocrita, nascondere la polvere sotto il tappeto facendo finta che le criticità ambientali non siano mai esistite, cancellandole a norma di legge. Così per decreto dall’oggi al domani non esistono più aree inquinate e i rifiuti scompaiono. Agli italiani si potranno proiettare nuove slide e raccontare di aver “fatto”.
Questa è la nuova frontiera della politica degli annunci: vi avevamo detto che lo avremmo fatto? Eccovi serviti, in fondo non avevamo detto mica COME lo avremmo fatto!
Siete riusciti a mettere dentro al decreto norme che violano le direttive europee, nonostante nel titolo e nel preambolo abbiate inserito riferimenti opposti. Come è possibile, per esempio, che abbiate scritto di “adeguare l’ordinamento interno agli obblighi derivanti, in materia ambientale, dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea”? Soprattutto se poi inserite la barbarie della cattura degli uccelli, così da trasformarli in richiami vivi.
Cosa è successo tra la scrittura del preambolo e quella degli articoli? Il preambolo è perfetto. Chi può non essere d’accordo. Ma poi andando a leggere il contenuto degli articoli si capisce che chi ha scritto il preambolo di sicuro non ha letto il testo, altrimenti, almeno per onestà intellettuale, si sarebbe rifiutato di farlo.
Non basta mettere belle parole nei titoli per risolvere gli annosi problemi ambientali così come non bastano i tweet o le slide del presidente del Consiglio per risolvere i problemi dei cittadini.
Sono stati inseriti provvedimenti generici ma che sono fatti per casi precisi che il governo ha fretta di risolvere. Mi riferisco al caso della nave Concordia e a quello dell’ILVA, per il quale addirittura è stato trasposto totalmente il contenuto del decreto-legge 100/2014, assegnato al Senato, ma che il Senato non potrà esaminare perché troppo impegnato ad infliggere un colpo mortale alla nostra Carta Costituzionale.
Non dobbiamo dimenticare poi il cosiddetto “spalma incentivi”, che rende, se possibile, ancora più incerto e fumoso il quadro giuridico sulle agevolazioni alle energie rinnovabili, rischiando di mettere in crisi un importante settore produttivo.
Parliamo di un provvedimento che qualcuno aveva denominato “Ambiente protetto”, e che poi, forse per pudore, è stato chiamato “Competitività”. Questo testo non riuscirà né a proteggere l’ambiente né a dare il necessario impulso alla nostra boccheggiante economia.
Eppure le parole il ministro dell’Ambiente Galletti commentava così l’emanzione del decreto: “Con questo pacchetto di misure vogliamo rendere più efficiente l’intero sistema ambientale, su cui è fondamentale investire per il rilancio del Paese. Lo facciamo con norme che servono a fermare gli scempi compiuti sul territorio nazionale alle spalle dei cittadini e con misure immediatamente operative per difendere il nostro ecosistema, risparmiare soldi e velocizzare le procedure senza recedere di un millimetro sulla tutela dell’Ambiente. Bisogna ‘correre’ verso un’Italia più sicura e sostenibile sotto il profilo ambientale: questo decreto fornisce gli strumenti giusti”.
Ministro Galletti? Che testo le hanno fatto leggere? Spero non quello sul quale abbiamo lavorato noi, altrimenti mi verrebbero forti dubbi sulla sua capacità di analisi-
In questi giorni abbiamo assistito a un dibattito surreale, durante il quale nessun membro del Governo si è degnato di intervenire in Aula, se non per le poche frasi di circostanza per annunciare la fiducia che la ministra Boschi deve avere ormai imparato a memoria.
A quanto pare il famoso sogno berlusconiano di trasformare il Parlamento in un docile e acritico approvatore delle decisioni del governo sta diventando realtà. E forse è giusto che a riuscirci sia proprio il suo epigono per antonomasia, nell’imbarazzante indifferenza di chi, nel recente passato, si ergeva a baluardo della democrazia. Molti di quelli che voteranno a favore di questa fiducia sanno perfettamente che “l’indifferenza è il peso morto della storia”, ma voteranno comunque.
Noi no. Noi non vogliamo essere indifferenti e, soprattutto, non vogliano essere complici delle vostre scelte contro l’ambiente e contro i cittadini e voteremo no all’ennesima fiducia.
Patrizia Terzoni