Vittoria M5S: la Cispadana non si farà (per ora)

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L’Autostrada Regionale Cispadana è uscita dallo Sblocca Italia. Ed è una nostra vittoria. Almeno questo sperpero di denaro pubblico (1,3 miliardi di euro) sembra essere scongiurato. Per ora.

La Cispadana, che tra l’altro dovrebbe attraversare, cantierizzandoli, tutti i territori colpiti dal sisma dell’Emilia, non ha ancora la Valutazione di impatto ambientale e lo stesso ministro Orlando aveva chiesto maggiore trasparenza dopo notizie emerse da inchieste giudiziarie. Secondo le intercettazioni emerse dall’inchiesta della procura di Firenze sulla Tav Toscana, uno dei tecnici ministeriali al vertice della commissione Via, Gualtiero Bellomo, poi arrestato, avrebbe assicurato un “esame rapido dell’istruttoria per la Via”. Noi l’abbiamo denunciato fin dal primo momento e abbiamo ottenuto che lo spreco di soldi pubblici per la Cispadana sia per ora scongiurato.
Sono numerose le ombre sul progetto: è da verificare anche l’affidabilità legale e finanziaria della concessionaria, che vede tra i suoi soci Coopsette, società in dissesto finanziario e largamente implicata, tramite la sua controllata Nodavia, nell’inchiesta Tav di Firenze.
Lo sappiamo bene che qui si tratta di un rinvio e non di una bocciatura. Il progetto è ancora sottoposto alla Valutazione di impatto ambientale e probabilmente il finanziamento sarà discusso nella già annunciata legge di Stabilità. Ma noi non molleremo di certo la presa.
Invece di spendere 1,3 miliardi di soldi pubblici per questa autostrada inutile perché non si utilizzano per un progetto alternativo (manutenzione e ammodernamento della viabilità esistente) e per la prevenzione al dissesto idrogeologico?
Per un progetto finito nel congelatore, comunque, un altro sembra pronto a decollare, nonostante le proteste e la “manifesta illogicità” dell’opera stessa: l’Autostrada tirrenica, che dovrebbe sostituire l’Aurelia tra Livorno e Civitavecchia (Sat), trova nuovi fondi proprio nello Sblocca Italia. E meno male che doveva essere in project financing. Siamo alle solite: si propagandano progetti senza fondi pubblici e poi sono sempre le nostre tasche a dover tappare i buchi di opere che tra l’altro già sulla carta si dimostrano inutili e anzi dannose al Paese.