Commercio: il conflitto di interessi di Cimmino, che si fa lobby… da solo!

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A volte i politici dei partiti si fanno manovrare dai lobbisti. Altre volte non serve: bastano certi conflittucci di interessi derivanti dall’incrocio tra l’attività istituzionale e gli affari privati.
Prendete la nostra legge, a prima firma Dell’Orco, che regolamenta le aperture festive nel commercio, difende le Pmi e i diritti dei lavoratori nel settore contro la deregulation voluta dal governo Monti.
In Commissione Attività Produttive della Camera ne stiamo discutendo tra mille ostacoli e mille trappole disseminate sul terreno dai più disparati frenatori di professione.
La lobby della grande distribuzione preme e i partiti non restano insensibili. Ma poi c’è, ad esempio, un deputato come Luciano Cimmino, di Scelta civica, che non ha bisogno di spinte esterne e desta più di un sospetto: difende il far west sul commercio voluto da Monti perché è nel partito dello stesso Monti? Oppure, magari, ci mette l’anima perché ha le mani in pasta?
Nella distribuzione, tanto per capirci, Cimmino è figlio d’arte: prosegue infatti con il fratello, sin dagli anni ’60, l’attività di rappresentanza sul tessile iniziata dal padre. Viene dunque dal commercio all’ingrosso, ma poi fa successo portando i produttori più evoluti a interagire direttamente con il consumatore finale attraverso la creazione di catene monomarca, che hanno assunto un ruolo molto forte sul mercato.
Cimmino ha fatto la sua fortuna con la delocalizzazione delle produzioni e, per quanto riguarda la distribuzione, con il franchising, una forma di sfruttamento che assomiglia molto a un caporalato commerciale.
Il parlamentare centrista è presidente del Cda della holding Pianoforte, la scatola nata dagli accordi con la famiglia Carlino e che riunisce in particolare le società che producono i marchi Carpisa (produzione e distribuzione di pelletteria, borse, valigie e accessori) e Yamamay (prodotti di intimo e moda mare per donna, uomo e bambino). Fanno capo alla holding, la società Inticom Spa, con sede a Gallarate, proprietaria appunto del marchio Yamamay (più di 1200 dipendenti in 1000 negozi, circa 90% franchising e 10% proprietà diretta) e Kuvera Spa, fondatrice del marchio Carpisa, oltre 600 punti vendita in Italia e nel mondo (circa 90% franchising e 10% proprietà diretta) con oltre 500 dipendenti impiegati tra la sede e il territorio.
Cimmino inoltre è consigliere di amministrazione della Miriade Spa, che produce e distribuisce articoli di pelletteria come borse, scarpe e accessori moda. Presidia la fascia media dello shopping con prodotti democratici dal buon rapporto qualità-prezzo.
Miriade Spa è licenziataria dei marchi Roccobarocco, Rb di Roccobarocco, Valentino di Mario Valentino Spa, Lancetti, Krizia. Poi è proprietaria del marchio Kuvè. Ha inoltre la licenza produttiva e distributiva per pelletteria e calzature Fiorucci. L’azienda campana ha varato proprio per Fiorucci un piano di sviluppo retail che ha messo a segno 40 boutique (100 all’inizio del 2014) in cui approderanno oltre alle borse e gli accessori anche le calzature del marchio, disponibili anche in alcuni monomarca del brand.
Il gruppo di Cimmino ha un fatturato globale che supera i 250 milioni di euro. Cosa pensate che possa importargliene delle piccole botteghe nei centri storici o dei negozi di prossimità?
Il M5S, comunque, non gliela darà vinta. I diritti dei lavoratori e la ripresa delle Pmi vengono sempre prima di tutto.