I partiti come lupi famelici si sono spartiti la torta del Csm

COMPASSO.jpg La partita sul Csm si è chiusa nel peggiore dei modi, in pieno stile ‘partitocratico’: un po’ a me, un po’ a te. Il Patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi ci consegna, con l’avallo delle altre forze politiche sia di maggioranza sia di opposizione, un Csm letteralmente spartito, come fosse una grande torta su cui i partiti, famelici, si sono avventati con la solita disinvoltura.
A Palazzo dei Marescialli andranno dunque Antonio Leone (Nuovo Centro Destra), Elisabetta Alberti Casellati (Forza Italia), Teresa Bene (Pd), Renato Balduzzi (Scelta Civica), Giovanni Legnini (Pd), Giuseppe Fanfani (Pd). E per finire ieri sono stati eletti Paola Balducci, di area Sel, e Pierantonio Zanettin per Forza Italia, che sul suo curriculum vanta, guarda caso, una stretta parentela con il noto avvocato di Silvio Berlusconi, Franco Coppi.
Questi sono i criteri che hanno portato alla scelta dei membri del Csm: non il curriculum, non il merito, non l’esperienza, non l’indipendenza e la terzietà, ma l’appartenenza a un partito, l’affiliazione a interessi di parte. Chi, come il Movimento 5 Stelle, non è parte di questo sistema, chi sceglie di non sporcarsi le mani e non condivide il metodo, viene fatto fuori.
Il Movimento 5 Stelle non ha mai imposto un proprio uomo: abbiamo portato avanti il nome di Alessio Zaccaria, scelto dalla Rete solo ed esclusivamente sulla base del suo curriculum. Di fronte al muro di Pd e Forza Italia, abbiamo chiesto che almeno si proponessero dei candidati ‘puliti’, presentabili e autorevoli. Nulla, sono andati avanti come lupi famelici, assetati di poltrone e potere, da riempire con uomini controllabili e manovrabili.
Adesso la partita del Csm, con il contentino dato a Sel, rischia di rafforzare l’osceno piano che vuole portare fino alla Consulta il tandem Bruno-Violante. Ci chiediamo: che fine ha fatto Renzi il Rottamatore? E’ questa la sua nuova politica? E’ questo il modo di cambiare verso?