Clima: Renzi in USA fa proclami, in Italia fa il contrario

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C’è un Renzi che va ai summit, parla di clima, si impegna, stringe mani e strappa applausi. E c’è un altro Renzi, quello che mostra il suo vero volto, che fa esattamente il contrario di quanto va dicendo in giro per il mondo.
Al summit dell’ONU sui cambiamenti climatici Renzi ha sostenuto che “abbiamo la possibilità di costruire un mondo nuovo e un futuro sostenibile per i nostri figli e che occorre fare uno sforzo comune verso una crescita sostenibile, trovando alternative alle fonti fossili”.
Non solo. È andato oltre: secondo Renzi, il 40% di nuovi posti di lavoro in Italia è venuto proprio dalle fonti rinnovabili più innovative. Il suo intervento si è concluso, come da tradizione, con l’annuncio di una promessa: risorse per contribuire a costruire un fondo scientifico internazionale per combattere i cambiamenti climatici.
Poi, una volta calato il sipario del Summit ONU, ecco emergere il suo vero volto.
Per contrastare il cambiamento climatico dovremmo ridurre le emissioni di anidride carbonica? Ed ecco lo Sblocca Italia, un collage di favori alle lobby più disparate, che spiana la strada a petrolieri invece che alle rinnovabili.
Come d’incanto poi, l’estrazione di fonti fossili diventa addirittura attività di pubblica utilità, urgente e indifferibile. Perché non fa altrettanto con il risparmio energetico o con le rinnovabili come la strategia Europa 2020 vorrebbe?
Renzi invece ha previsto nello #SfasciaItalia che l’assegnazione delle concessioni minerarie venga riportata in capo allo Stato centrale, bypassando il parere delle regioni che perderanno il potere di decidere per se stesse. Potrà finalmente chiudere la bocca ai quei fastidiosi “comitatini” – come lui li ha chiamati – che bloccano lo sviluppo del Paese.
E’ invece arrivato il momento di togliere alle aziende fossili ogni forma di sussidio, di mettere un costo sulle emissioni di anidride carbonica, di sancire il diritto dei popoli all’accesso all’aria e acqua pulita. Dobbiamo porre fine al delirio di avidità delle industrie inquinanti che in nome della libertà di attività economica stanno pregiudicando la vita delle generazioni future. Non meritano i nostri soldi sotto forma di sussidi ma la nostra severa vigilanza. Perché una volta che avremo permesso loro di inquinare l’ultima falda, di depredare i mari, di cementificare il territorio, di abbattere le foreste, di rendere l’aria tossica non ci sarà alcuna economia di mercato né legge del profitto.
Affrontare la sfida dei cambiamenti climatici non è un’opzione politica, è un obbligo morale. Il 21 settembre i cittadini di tutto il mondo hanno manifestato perché i propri rappresentanti agiscano immediatamente. Di fronte alla realtà delle cose, al nostro futuro minacciato, la consapevolezza delle persone spazzerà via l’ipocrisia di questi politicanti senza onore né dignità.
Massimo De Rosa, Commissione Ambiente, M5S Camera