Gli annunci di Kim Jon Renzi, e il ritorno dell’IRAP funesta

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Era solo lo scorso aprile, e uno degli ormai famigerati annunci urbi et orbi di Renzi è durato appena 6 mesi: il “taglio dell’IRAP“.
Con tanto di slide colorate e titoloni sui giornali, il nostro showman a Palazzo Chigi si era fatto bello con le imprese tagliando del 10% l’odiatissima tassa, passando dal 3,9 al 3,5% sull’aliquota ordinaria.
Il tempo di imbonire il pubblico, di incassare il successo elettorale, e oggi arriva pronta la solita retromarcia: Renzi si rimangia tutto ed in legge di stabilità (seconda bozza, articolo 5) prevede l’abrogazione del taglio e il ritorno all’aliquota precedente. Per giunta retroattiva: ovvero, come pessima prassi del nostro Stato, aridatece tutto c’eravamo sbagliati.
Il nuovo che avanza conserva tutti i vizi del vecchio.
La legge di stabilità non è affatto il grande favore alle imprese che tutti i giornali strombazzano, proni ai diktat dell’onnipotente Kim Jon Renzi.
Il M5S invece ha depositato (il 28 giugno 2013) una legge che riesce ad abolire l’IRAP a tutte le microimprese e senza scassare le casse dello Stato, ma siccome si tratta di una proposta seria e non del solito avanspettacolo non ve lo racconterà nessuna gazzetta governativa.