Energia e ambiente: l’Italia proponga obiettivi più ambiziosi

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La riunione del Consiglio europeo del 23-24 Ottobre prevede l’adozione di una decisione definitiva sul nuovo quadro politico su clima ed energia. Si affronterà anche la situazione economica nell’Unione Europea in base alle previsioni stilate dalla Commissione. Il presidente del consiglio Renzi in vista di questo appuntamento si è presentato oggi al Senato con delle posizioni che ci sembrano poco incisive per il nostro paese.
Il governo italiano dovrebbe farsi promotore di scelte e obiettivi ben più radicali e ambiziosi di quelli annunciati dalla Commissione. Invece Renzi nicchia e dopo aver riferito al Senato si presenta in Europa pronto a subire qualsiasi richiesta ci verrà fatta.
La lotta ai cambiamenti climatici è un problema sostanziale del nostro tempo che deve essere affrontato con urgenza. I provvedimenti fin’ora adottati, ultimo lo sblocca Italia, mostrano chiaramente che sulle politiche del clima e dell’energia il governo è fuori pista: favorisce la generazione di energia da fonti fossili ostacolando l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili.
Chiediamo al Governo di farsi promotore di obiettivi vincolanti su clima ed energia per gli Stati membri che siano molto più ambiziosi per far fronte ai cambiamenti climatici.
Vale a dire riduzione entro il 2030 delle emissioni di gas serra di almeno il 55% rispetto al 1990 e del 100% entro il 2045; di portare al 50% la percentuale di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030 e al 100% entro il 2045 e ridurre almeno del 40% il consumo di energia rispetto al 2005;
Il nostro paese dovrebbe farsi promotore in sede europea di una legislazione ad hoc che preveda: lo spegnimento delle centrali a fonti fossili entro il 2045. La promozione della generazione distribuita di energia. L’incentivo all’eco-conversione, anche parziale, della zootecnia nel settore agricolo. Nuove forme di efficientamento energetico degli edifici che valorizzino la filiera del legno come materiale strutturale nell’ambito di un nuovo piano forestale europeo.
In questi anni le politiche di austerità dell’Unione Europea hanno portato all’adesione dell’Italia a una serie di decisioni di politica economica che hanno di fatto compresso la sovranità nazionale, basti citare il Meccanismo europeo di stabilità e il tristemente noto Fiscal Compact che ha imposto una riduzione del rapporto debito pubblico-PIL di ben 80 punti percentuali;
Le politiche economiche portate avanti dalla Troika (Banca Centrale Europea, Commissione Europea e Fondo Monetario internazionale) invece di far fronte alla crisi occupazionale e industriale hanno creato solamente nuove sacche di povertà, massacrato le piccole e medie imprese e dato vita a quella che è stata definita dal Parlamento Europeo una vera e propria “macelleria sociale”.
Gli scenari di crisi internazionale e la nostra cronica dipendenza dalle fonti energetiche tradizionali non hanno permesso all’Italia di impostare la propria politica energetica su forme di energia rinnovabili ed ecosostenibili, anzi le politiche economiche di austerità dell’Unione Europea hanno portato a un aumento della tassazione energetica.
Chiediamo una modifica degli accordi di stabilizzazione economica europea con una netta revisione dell’accordo intergovernativo noto come Fiscal Compact. Il fine sarebbe di permettere al Parlamento di modificare la Costituzione eliminando il vincolo del pareggio di bilancio. L’istituzione di un sistema unico di indebitamento attraverso i cosiddetti Eurobond, con la previsione di garanzie in solido da parte di tutti gli Stati membri rinunciando all’istituzione del Fondo di Redenzione europeo.