L’intervista a Cecconi… che NON leggerete su “Repubblica”!

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Martedì 11 novembre il capogruppo M5S alla Camera Andrea Cecconi, come spesso accade, rilascia volentieri un’intervista. Stavolta a un giornalista de “La Repubblica”. Ma, come ancora più spesso accade, la redazione de “La Repubblica” ci comunica poi che non sarà pubblicata. Forse le risposte di Cecconi non sono piaciute.

Ve la proponiamo qui, in versione integrale.

Giornalista Repubblica: Una chiacchierata generale partendo però da queste ultime vicende del Csm e della Consulta. Voi eravate un po’ spariti negli ultimi tempi, dal punto di vista della percezione pubblica, poi insomma siete riusciti a trovare un accordo col Pd. Questo vuol dire che a volte collaborare è un fatto utile. Si possono ottenere buoni risultati.

Cecconi: Questa questione del Csm e della Consulta non è stata una collaborazione, è stata una vittoria schiacciante del MoVimento 5 Stelle. Nel senso che dopo 20 votazioni, andate a vuoto perché loro stessi non riuscivano a votarsi le persone che volevano mettere alla Corte, che erano Violante, Bruno, Catricalà. Loro sono stati costretti ad “abbassarsi” al nostro metodo, cioè a utilizzare il metodo del MoVimento 5 Stelle per scegliere i candidati da eleggere al Csm e la Corte costituzionale. Questo metodo noi non l’abbiamo inventato per andare incontro al Pd, il metodo è sempre stato quello, dall’inizio del MoVimento 5 Stelle fino alla settimana scorsa. E sarà quello sempre. Questo dovrebbe essere di insegnamento ai partiti che se loro vogliono collaborare con noi, usare un metodo per condividere il percorso insieme, lo possono fare solo – ed esclusivamente – seguendo il nostro metodo partecipativo con i cittadini, nella massima trasparenza, non chiusi in una stanza, o a Palazzo Chigi insieme a Berlusconi o mandando dei messaggi per cercare di sondare. Si fa una cosa trasparente e pulita, davanti all’opinione pubblica, davanti ai giornalisti in modo che tutti possano approfondire. Noi abbiamo il nostro metodo e facciamo scegliere sul blog i cittadini iscritti e alla fine in questo caso la risposta è stata positiva ma poteva anche essere negativa. In questo caso c’è stata una scelta da parte dei nostri iscritti di accettare la proposta.

Giornalista Repubblica: È andata bene ed è un esperimento che se si volesse ripetere voi siete aperti da questo punto di vista. Una collaborazione fissa o su alcuni temi, voi ci siete insomma.

Cecconi: La nostra disponibilità è andata sulla Consulta in tempi non sospetti. L’abbiamo sempre data da un anno e mezzo a questa parte però chiedendo il rispetto di un metodo nostro. Noi possiamo anche capire che i partiti dopo sessant’anni di questa repubblica hanno interiorizzato un metodo per cui devono farsi uno scambio di poltrone, devono farsi le loro cose in segreto e devono fare le loro cose lontano dall’opinione pubblica. Noi, come MoVimento 5 Stelle, crediamo nella partecipazione e quindi se ci si avvicina a noi, ci si avvicina col nostro metodo. Poi, con Forza Italia e gli altri possono fare come vogliono, con noi questo è vietato.

Giornalista Repubblica: I rapporti fra cinque stelle e maggioranza, Partito Democratico, dopo questa vicenda sono un po’ migliorati o siamo comunque punto e a capo.

Cecconi: Io credo che tutto questo sia sono una digressione giornalistica. I rapporti in Parlamento sono quelli di ieri e dell’altro ieri, nel senso che noi siamo disposti a prendere in considerazione – anzi, siamo costretti visto che loro sono al governo – gli atti e le proposte che ci vengono dalla maggioranza e dare una valutazione. Non è un caso che, nel momento stesso in cui si eleggeva il giudice della Corte costituzionale, facevamo un ostruzionismo efferato in Senato sul decreto “Sblocca Italia”, che consideriamo assolutamente indegno per questo Paese. Quindi i rapporti sono i medesimi.

Giornalista Repubblica: Elezione capo dello Stato. Bisogna vedere intanto se Napolitano si dimette oppure no, però è una partita che la maggioranza dovrà giocarsi o con voi o col centrodestra. Se il metodo è quello che Csm e per la Consulta, anche in questo caso siete disponibili a parlarne e, se sì, se avete già dei nomi, delle idee, delle proposte magari da fare voi alla maggioranza.

Cecconi: Colgo tue due dichiarazioni che hai fatto. In primo luogo non è assolutamente detto che Napolitano si dimetta il 31 o… magari neanche il 31 giugno. Non riusciamo a capire come in questo Paese si può valutare l’elezione del Presidente della Repubblica come una notizia importante e così determinante da occupare tutto lo spazio informativo in questo momento in cui abbiamo la Liguria che è sott’acqua, l’Ast di Terni con i suoi operai licenziati, duecento tavoli al Mise. È un gioco squisitamente politico per distrarre l’attenzione dai disastri economici di questo Paese. Questo è il nostro punto di vista attualmente in merito alla nomina del Presidente della Repubblica. Perché non è priorità, in questo momento si discute di legge di stabilità, nel frangente in cui di parla di queste cose. Detto questo, il Presidente della Repubblica non è una persona che sceglie il Pd, è una figura terza, superiore ai partiti politici e anche superiore al MoVimento 5 Stelle, che deve rappresentare tutti i cittadini, garante della Costituzione di questo Paese e che si faccia questo sporco gioco politico per cui si deve entrare nella trattazione di nomi che giorno dopo l’altro cambiano, è una cosa assolutamente assurda.

Giornalista Repubblica: Ma se continuate a dire ‘assurdo’, se lo eleggono mentre voi continuate a dire ‘è sbagliato’. Mentre loro fanno i loro giochi, voi cercate di intervenire, no?

Cecconi: Loro stanno facendo un loro gioco politico, che non è quello del M5S e a cui il MoVimento 5 Stelle non si abbasserà mai. Il M5S ha il suo metodo, mi pare che ha già dato dimostrazione un anno e mezzo fa di come il MoVimento 5 Stelle sceglie e indica eventuali candidati. Non siamo noi parlamentari che li scegliamo, ma li scegliamo con i cittadini, in rete, che indicano quali sono i nomi secondo loro degni di ricoprire il ruolo di Presidente della Repubblica. Non mi pare che i partiti politici siano disposti a fare un percorso trasparente e condiviso come lo fa il MoVimento 5 Stelle. E se questo non avviene il MoVimento 5 Stelle non è assolutamente disponibile a parla con alcuno.

Giornalista Repubblica: Se invece molto chiaramente, in modo aperto, viene fatta un lista di nomi, vi dicono: ‘Va be, valutatela voi, fatela decidere al vostro blog, ai vostri iscritti, dateci una valutazione. In quel caso siete disposti a questo tipo di percorso?

Cecconi: Dal mio punto di vista stiamo cominciando a parlare di fantapolitica. Di una questione che i partiti, Forza Italia e Pd, non vorranno mai fare. Loro hanno i loro metodi, hanno il loro modo di operare in questo Paese, l’hanno ormai dimostrato in questi ultimi vent’anni. Ripeto, il nostro metodo non è scegliere noi dei candidati e dire a un partito politico: “Scegliete uno di questi”. Ma è il contrario, sono i cittadini che i candidati ce li devono dire. E quindi il meccanismo è completamente inverso. Se ti viene qualcuno con dei nomi, a scatola chiusa, dicendo “noi abbiamo questi, se ti piace uno di questi…” non è un metodo né trasparente, né tanto condiviso.

Giornalista Repubblica: Quindi il contrario…

Cecconi: Ma, non lo propongono quattro persone chiuse in una stanza che scelgono i nomi

Giornalista Repubblica: Voi attraverso il blog di Grillo, come l’altra volta…

Cecconi: Ti interrompo un attimo. Si fa tanto la discussione che i nostri centomila iscritti sul blog non sono rappresentativi di 60 milioni di cittadini italiani e questo è certamente vero. Ma non è che nove persone chiuse in un Parlamento sono più rappresentative. Sempre meglio centomila persone che tre-quattro persone in Parlamento che dedicono per gli altri 60 milioni.

Giornalista Repubblica: Sulla legge elettorale c’è un’altra discussione che va avanti dal 2006, 2007, 2008… Renzi aveva detto ‘in un mese la faremo’. A che punto siamo?

Cecconi: Renzi ha detto ‘in un mese la faremo’ a febbraio 2014. Noi nel frattempo abbiamo fatto tutte le nostre consultazioni on-line, abbiamo spiegato ai cittadini cos’è un sistema elettorale, cosa vuol dire proporzionale, cosa vuol dire maggioritario, come funzionano i collegi, abbiamo formato centinaia di migliaia di cittadini sul sistema elettorale che è una materia complessa. Abbiamo fatto scegliere e abbiamo prodotto una nostra legge, coni tempi della democrazia diretta che, evidentemente, è molto più rapida e veloce di quella parlamentare. Perché da febbraio a oggi questa legge elettorale non ha fatto un centimetro e da un giorno all’altro questo tema diventa la priorità di questo Paese mentre questo Paese è allo sfascio e allo sbando più completo. Anche questo ci sembra un altro di quegli argomenti usati per distrarre l’attenzione dei cittadini e dei media su temi che sono in questo momento molto più importanti. Un’altra questione che mi preme aggiungere è che anche questa questione della legge elettorale è nata all’interno di una scatola chiusa, in una stanza chiusa tra Renzi e Berlusconi. Noi vogliamo sapere in questo patto cosa c’è scritto perché non è possibile tollerare che due persone, che non fanno neanche parte della stessa maggioranza – perché uno è della maggioranza e l’altro dice di essere all’opposizione – si chiudano in una stanza decidano le cosa – non si sa cosa – poi vengono in Parlamento a imporre a colpi di maggioranza delle decisioni non prese qui dentro, senza informare i cittadini e senza nemmeno rispettare l’ordine democratico istituzionale che vige ancora in questo Paese.

Giornalista Repubblica: Voi avete fatto questa proposta. Finisce lì o siete disposti a fare delle trattative, a collaborare, trovare un punto d’incontro oppure no?

Cecconi: Abbiamo la nostra legge elettorale, che si chiama “Democratellum”, fatta da migliaia di cittadini, on-line. Loro hanno una legge elettorale che non si capisce che cos’è perché cambia giorno dopo giorno – una volta ha le soglie al 12, poi al 5, una volta ce l’ha all’8 poi cambia, una volta c’ha le preferenze, un’altra no – questo non è modo di fare una legge elettorale, questo è un modo di cercare di sondare in malo modo le opinioni dei partiti, senza coinvolgere assolutamente nessuno, sperando di azzeccarne una, una volta tanto, e vedere se c’è una risposta da parte nostra o da parte di altri. Questo non è il nostro metodo, ripeto, ma non è neanche un metodo adeguato nei confronti dei cittadini. Possibile che non si possa sapere cosa ha intenzione di fare il Governo e la maggioranza con la legge elettorale? Perché i cittadini non lo sanno. Da un giorno all’altro cambia. Vuol dire che i cittadini non sono messi al corrente di quello che effettivamente c’è nella testa del Partito Democratico. E allora, il Partito Democratico presenti la sua legge, come l’abbiam presentata noi, poi ne presenterà una la Lega, una Forza Italia, e poi, se si vuole fare veramente una legge elettorale insieme, si fa tutti insieme. Perché la legge elettorale non è nostra, è di tutti e si fa in Parlamento. Questi i giochini mediatici di tavoli e conferenze stampa stanno diventando stucchevoli. Non credo che sarà di nostro gradimento partecipare ai tavoli che abbiamo provato a fare con il Partito Democratico in cui hanno dimostrato apertamente di non volere condividere le nostre proposte e le risposte alle nostre domande non sono ancora state evase.

Giornalista Repubblica: Stavo guardando una tua intervista di tempo fa, al Huffington post, dei momenti difficili del 5 stelle, ti parlo delle elezioni amministrative dell’anno scorso, che erano andate male. Tu dicevi che il ruolo dello staff di Casaleggio “esaudiva bene le nostre necessità, però oggi che siamo cresciuti così tanto e così in fretta, ha perso quella funzione di garanzia e di controllo. Non ce la fa più a seguire tutto. A che punto siamo da questo punto di vista?

Cecconi: Io credo che i tre giorni di “Italia5stelle” abbiano dimostrato ai cittadini – sia quelli che hanno partecipato, sia quelli che non hanno potuto partecipare – che il M5S è un grande movimento nazionale 3e anche i giornalisti che hanno partecipato hanno potuto vedere come i cittadini vedono noi parlamentari, così come vedono i consiglieri regionali, comunali, deputati europei come punti di riferimento per approfondire e discutere di tematiche importanti per la loro vita e i loro territori. Detto questo, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio son i fondatori del M5S, sono il collante che tiene uniti Comuni, Regioni, Camera e Senato, l’Europarlamento. Sono fondamentali per il MoVimento e credo in ogni casi che noi parlamentari abbiamo dato dimostrazione di saper lavorare e di saper lavorare bene all’interno del Parlamento, così tutti gli amministratori locali del M5S. E’ un rapporto di fiducia fra noi, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, che vogliamo mantenere ed è nostro impegno mantenere questo rapporto di fiducia alto affinché loro si fidino e vedano in noi punti cardine che possano lavorare e fare bene per il proprio Paese.

Giornalista Repubblica: Dici che devono avere più fiducia di voi? Non sempre l’hanno avuta o, probabilmente, questo è il momento di darne ancora di più?

Cecconi: Non dico che loro devono avere più fiducia in noi. Io dico che il rapporto di fiducia è un rapporto che si costruisce nel tempo e che va mantenuto nel tempo. Siamo entrati qui come normali cittadini all’interno delle istituzioni. Abbiamo dimostrato di riuscire a lavorare in maniera ottima come cittadini all’interno delle istituzioni e loro, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, lo riconoscono apertamente ed è nostro impegno affinché loro riconoscano questo livello di fiducia nei nostri confronti.

Giornalista Repubblica: Si può dire che da un certo punto di vista chiedete anche un po’ di autonomia in più…

Cecconi: Guardi, se lei mi chiede… perché è già la terza domanda che mi fa battendo su questo tema… che noi della Camera e del Senato ci vogliamo allontanare da Beppe Grillo e Casaleggio … dice una cosa che non corrisponde al vero. Noi non vogliamo l’autonomia, noi l’autonomia, qui dentro, l’abbiamo. Prendiamo le nostre decisioni all’interno della nostra assemblea. Decidiamo come porsi nei confronti dei provvedimenti che ci arrivano dalla maggioranza e dal Governo in completa autonomia, ci serviamo del blog -che non è nostro ma di Beppe Grillo e Casaleggio – per far uscire le notizia che produciamo qui dentro e ci appoggiamo a loro quando abbiamo necessità di consultare i cittadini on-line, in sincrono con loro e in completa autonomia di lavoro qui dentro, così come i consiglieri comunali, i consiglieri regionali hanno nei loro territori e gli europarlamentari hanno in Europa.

Giornalista Repubblica: Abbiamo detto tutto, secondo te c’è bisogno di aggiungere qualcosa? Qualche punto a cui tieni in particolare?

Cecconi: Oggi noi abbiamo appena fatto, qui alla Camera, una conferenza stampa proprio per presentare un atto, la “finziAriaBuona” per presentare una finanziaria alternativa alla finanziaria, che riteniamo indegna, presentata dal Governo. Ed è una dimostrazione politica di come il MoVimento 5 Stelle sia una forza che è in grado di governare questo Paese, perché dimostra quello che il M5S vuole per i cittadini italiani ed è un atto politico importante perché all’interno di questo documento riconosciamo che i vincoli europei sono assolutamente da demolire e da sviare e quindi, il fatto che domani ci sia Beppe Grillo in Europa a presentare la proposta di legge sul referendum va esattamente sulla scia di quello che la “finanziAriaBuona” che abbiamo presentato oggi alla Camera vuole dimostrare. Questo Paese ha necessità di investire e di svincolarsi dai patti e dai vincoli che l’Europa ci impone ormai da troppi anni.

Giornalista Repubblica: Questi vincoli da demolire vuol dire che anche la moneta viene messa in discussione.

Cecconi: Noi faremo questo referendum per permettere ai cittadini di decidere se rimanere all’interno dell’Euro o uscire dall’Euro perché per noi questo è un elemento determinante. Noi ci vogliamo riappropriare sia della nostra sovranità fiscale, quindi decidere quando possiamo investire, quanto vogliamo investire per questo paese, esattamente come sta facendo la Francia che non rispetta assolutamente il vincolo del tre per cento e sfora fino al 4,4 per cento e vogliamo essere nelle condizioni di farlo e, successivamente anche di decidere sulla nostra sovranità monetaria.

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