Violenza contro le donne: serve agire, basta mestieranti delle belle parole

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Oggi è la Giornata Mondiale contro la Violenza sulle Donne e, piuttosto che lasciarci andare a ripetitive e troppo spesso ipocrite commemorazioni, questo è il momento di fare bilanci. Di mettere sul piatto fatti e parole: cosa si è fatto finora e cosa dobbiamo fare ancora per costruire una società nella quale la tutela e il rispetto della donna siano valori e riconosciuti e difesi.
Non accettiamo le dichiarazioni di quei politici che chiedono di evitare le polemiche, richiamando all’unità di intenti: noi abbiamo sempre offerto disponibilità e proposte per sostenere politiche di genere, ma le chiacchiere di chi si è detto d’accordo solo a parole non vogliamo sentirle più. Vogliamo fatti concreti. Spetta al governo agire e, se non lo fa, la responsabilità è tutta sua.
Abbiamo chiesto ufficialmente all’esecutivo informazioni sull’attuazione del Piano anti-violenza previsto dal decreto sul femminicidio: hanno risposto che la macchina sarebbe partita entro il mese di ottobre. Oggi siamo al 25 novembre e non hanno nemmeno acceso il motore. Tutto fermo.
Allo stesso modo, da mesi chiediamo che Renzi lasci la delega per le pari opportunità, che ha assunto per poi non farne nulla, e nomini finalmente un ministro dedicato a questo apposito compito.
Ricordiamo che per gli anni 2013/2014 sono stati stanziati quasi 17 milioni di euro dedicati al contrasto alla violenza di genere. Di questi, circa 5,5 milioni sono destinati alle regioni per futuri progetti, un milione è per centri antiviolenza, un altro milione per case rifugio e quasi 9 milioni per il Fondo Nazionale per le politiche sociali.
Lo scorso settembre il Governo ha assegnato le risorse alle Regioni, che dovranno stipulare delle convenzioni con i Comuni i quali, a loro volta, dovranno assegnare le risorse ai centri anti-violenza. Un iter lungo e farraginoso che non risponde alla necessità di agire il prima possibile. Di tempo da perdere non ce n’è più: in base al recente Rapporto Eures, nel 2013 sono stati compiuti 179 femminicidi, uno ogni due giorni. Si tratta della cifra più alta mai registrata in Italia.
Il Movimento 5 Stelle al Consiglio D’Europa ha presentato una mozione “Systematic collection of data on violence against women” che chiede l’effettiva attuazione della Convenzione di Istanbul, tramite una raccolta sistematica di dati e un controllo periodico da parte dei parlamentari attraverso sia i propri parlamenti nazionali che la rete “Women Free from Violence” del Consiglio d’Europa
Servono politiche globali e coordinate. Serve un approccio integrato e di sistema che preveda un percorso centrato sulla donna, con il coinvolgimento in primo luogo dei centri antiviolenza e di forti reti territoriali e nazionali orientate ad un approccio di genere. Oggi le donne che subiscono violenza devono scontrarsi con un’eccessiva burocrazia.
Ma non basta limitarsi alla difesa della donna contro le violenze: servono politiche che riconoscano il ruolo del mondo femminile in tutti i campi della società.
Realizziamo concretamente un percorso di parità, in ogni campo, non solo sulla carta.
M5S Parlamento