Ministro Poletti: cosa aspetta a dimettersi?

Salvatore-Buzzi-con-il-ministro-Giuliano-Poletti.jpg
Mafiacapitale ha aggiunto un posto a tavola e il ministro del Lavoro Poletti ha gradito l’occasione per una cena conviviale. Ora dovrebbe trarne le conclusioni, riflettendo davvero sul suo ruolo di governo che a noi sembra incompatibile con certe frequentazioni, oltre che con i suoi trascorsi professionali. Per questo oggi abbiamo presentato un’interpellanza in aula sui rapporti tra il titolare del dicastero del Lavoro e il boss delle coop rosse di Roma Salvatore Buzzi.
Alla famosa cena del 2010 organizzata proprio da Buzzi c’erano il pregiudicato Luciano Casamonica, Gianni Alemanno e buona parte del milieu politico finito nell’inchiesta della procura di Roma. In quel periodo Poletti era presidente nazionale di Legacoop, organizzazione cui era legato il consorzio di cooperative guidato da Buzzi. Di conseguenza, l’attuale ministro ha offerto legittimazione politica e sociale al duo Buzzi-Carminati.
La cooperativa sociale ’29 giugno’ che si occupa di manutenzione aree verdi, gestione rifiuti, gestione centri di accoglienza, e servizi di pulizia, è associata al bolognese Consorzio nazionale servizi, uno dei pilastri della Legacoop.
Se questo non bastasse, avevamo sollevato dubbi sulla nomina ministeriale di Poletti già all’inizio, in relazione a un possibile conflitto di interessi tra passato professionale e presente politico. Come si fa a conciliare una lunga esperienza alla guida delle coop rosse con un ruolo istituzionale di vigilanza sulle stesse cooperative e sui loro consorzi? Quella stessa Mafiacapitale che aveva paura del MoVimento 5 Stelle banchettava piacevolmente con il firmatario del Jobs Act. Cos’altro deve accadere perché il ministro del Lavoro tragga le dovute conclusioni e si dimetta?.