Renzi smentisce Renzi: più tasse per tutti nel 2015

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La legge di stabilità approvata in via definitiva alla Camera è l’esempio più chiaro dell’incompetenza e della malafede del Governo Renzi: oltre agli errori nel testo, alle citazioni di commi inesistenti e ai soliti favori a destra e a sinistra, a risaltare è la promessa non mantenuta del taglio alle tasse. Una menzogna nazionale che accompagna la stabilità di Renzi fin dalla culla.
Ancora oggi il premier riesce a sostenere che grazie al suo intervento nel 2015 si pagheranno meno tasse, ripartiranno i consumi della famiglie e l’economia.
A smentire Renzi, però, ci pensa…Renzi! Nel Documento di Economia e Finanza 2014, principale strumento di programmazione economico-finanziaria del Governo, i dati sulla pressione fiscale raccontano tutta un’altra storia, stavolta vera: il peso delle tasse per i cittadini italiani, nel complesso, non diminuirà affatto. Se le entrate fiscali del 2013 si sono assestate al 43,3% del reddito nazionale (Pil), e per il 2014 è prevista una pressione fiscale ancora al 43,3%, nel 2015 la percentuale salirà al 43,4%, addirittura in aumento!
Ma attenzione: come al solito si tratta di una previsione ottimistica, partorita dal Governo facendo affidamento su una crescita del Pil 2015 che è già data in ribasso da agenzie internazionali e fior di economisti. Se il Pil dell’anno prossimo sarà in crescita di poco o calerà ancora, la pressione fiscale raggiungerà vette inesplorate, soffocando ogni speranza di sopravvivenza per lavoratori e piccola-media impresa.
Il giochetto meschino di Renzi è chiaro a tutti: tagliare tasse da una parte (soprattutto alle grandi imprese) per aumentarle dall’altra. Privare gli Enti locali di miliardi e miliardi di risorse significa infatti costringerli a eliminare molti servizi vitali e ad aumentare le trattenute ai cittadini.
Stiamo parlando di sanità, scuola, trasporto pubblico, cultura: l’abc del nostro benessere è in pericolo.
La stabilità di Renzi renderà più facile la vita a pochi grandi imprenditori (sempre pronti a delocalizzare al primo moto di protesta) e agli amati investitori esteri, felici di sottrare agli italiani un patrimonio di aziende tartassate dalla crisi e ormai in svendita. Siamo di fronte ad un assedio dei grandi contro i piccoli: lavoratori e piccola-media impresa sono con le spalle al muro e la pistola alla tempia.
Ci auguriamo che la legge di stabilità 2015 sia anche l’ultima del Governo Renzi, esecutivo dell’euro, delle tasse e dei grandi interessi finanziari, mentre i piccoli annegano.