Costa Concordia: interrogazione sul ripristino ambientale ancora a rilento

Costa-Concordia.ridotta jpg.jpg «Nel terzo anniversario della tragedia del Giglio, il primo senza il relitto della Costa Concordia, il ripristino ambientale va ancora troppo a rilento. Per questo come Movimento 5 Stelle chiediamo con un’interrogazione urgente al ministro dell’ambiente Gianluca Galletti di far ripartire al più presto i lavori di rimozione di tutti gli elementi estranei ancora presenti nelle profondità marine». A parlare sono i senatori M5s Gianni Girotto e Gianluca Castaldi.
In particolare, oltre ai sacchi di cemento e la pulizia totale dei detriti della nave, rimangono da eliminare le piattaforme d’acciaio e gli 11 anchor block realizzati per ancorare la nave al fondale, permettendo di farla rigalleggiare. «Il recente dibattito sulla possibilità di mantenere le strutture artificiali lì dove sono, anche a fini turistici, ci rende molto perplessi, perché mette ulteriormente a rischio l’ambiente marino intorno al luogo del disastro. A dirlo è anche un rapporto tecnico elaborato dall’Ispra e mai divulgato».
L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale considera, infatti, le strutture pericolose perché fonte di rilascio nell’ambiente di sostanze nocive e le considera anche un rischio per la “fruizione turistica” perché, col tempo, diverrebbero instabili con il rischio di crolli. «Ci domandiamo – insistono – se il ministro Galletti sia a conoscenza di quel rapporto e perché lo stesso non sia mai stato reso pubblico, lasciando spazio ad altre ipotesi che oggi rischiano di suscitare polemiche di cui non c’è davvero bisogno».
Inoltre sia l’avvocatura dello Stato di Firenze, sia la disciplina europea ci dicono che l’unica soluzione possibile è lo smantellamento di quelle strutture. Senza contare che anche la Conferenza dei servizi Stato-Regione è intervenuta in tal senso.
«Comprendiamo – concludono i rappresentanti del M5S – le esigenze dell’isola del Giglio (il cui Consiglio comunale ha deciso per il mantenimento di quelle piattaforme) di trasformare la tragedia in un’opportunità di natura economica e turistica. Ma crediamo che questa decisione sia rischiosa e poco lungimirante. Ecco perché sollecitiamo di nuovo il ministro a chiarire una volta per tutte le intenzioni del governo a tal proposito».