Expo 2015: Maroni a iniziativa omofoba, interpellanza M5S

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Domani 17 gennaio 2015 il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, parteciperà a un’iniziativa, ritenuta omofoba dalle associazioni gay e dalle opposizioni consiliari, organizzata dalla Giunta regionale lombarda di concerto con Alleanza Cristiana e dall’associazione Obiettivo Chaire.
L’evento, dal titolo “Difendere la famiglia per difendere la comunità” e nel cui manifesto compare anche il logo di Expo 2015, si terrà a Milano in occasione della Giornata della Famiglia e vedrà intervenire, oltre al presidente Maroni, anche la giornalista Costanza Miriano e l’ex deputato del PD Mario Adinolfi.
L’associazione co-promotrice dell’evento nasce, si legge sul sito ufficiale, con lo scopo di aiutare “giovani e meno giovani, feriti nella propria identità sessuale, in particolare per tendenze di natura omosessuale” e lo fa mediante iniziative che vanno, citazione testuale, dall’ “attenzione rivolta a genitori, insegnanti ed educatori al fine di prevenire l’insorgere di tendenze omosessuali nei ragazzi, negli adolescenti e nei giovani” alla “ricerca delle cause (spirituali, psicologiche, culturali e storiche) che contribuiscono alla diffusione di atteggiamenti contrari alla legge naturale”. In poche parole l’associazione Obiettivo Chaire è da sempre impegnata nella “cura” dei gay.
Per questo, in un’interpellanza a prima firma Manlio Di Stefano, il MoVimento 5 Stelle ha chiesto al governo quale sia la connessione tra i contenuti del citato convegno, oltretutto discriminatori nei confronti di alcune tipologie di famiglie, e l’Esposizione universale che si terrà a Milano nel maggio 2015, atteso che la società Expo ha regole precise sulla concessione dei patrocini e non si può fare di Expo un elemento di lotta politica.
Vogliamo sapere dal Governo come intende intervenire per far eliminare il logo di Expo dal citato convegno, atteso che la stessa società ha già fatto sapere di aver chiesto il ritiro dell’utilizzo del logo e di voler incontrare i rappresentanti della comunità gay, onde evitare l’ennesimo sconcertante scivolone che restituirebbe al nostro Paese una vergognosa immagine retrograda e omofoba agli occhi del mondo intero.