Sofferenze bancarie: le tentazioni del governo e la proposta M5S

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La sempre più grave crisi economica sta producendo crescenti sofferenze bancarie che non sono altro che perdite potenziali nei bilanci delle banche. Qualcuno è tentato dalla storica italica abitudine di privatizzare i profitti e, soprattutto, socializzare le perdite. Pare infatti che il governo starebbe lavorando a un progetto simile a quello di una “bad bank” vera e propria, ma, un po’ più sofisticato, sfruttando l’atteso quantitative easing da almeno 500 miliardi che la Bce si prepara a lanciare nei prossimi mesi.
In pratica la Banca centrale europea dovrebbe acquistare dalle banche nostrane, i nostri mutui (anche quelli un po’ sospetti) con rating rivalutati da una garanzia statale. L’obiettivo è sempre lo stesso: alleggerire i bilanci degli istituti, liberando capitale accantonato e quindi riattivando il credito a favore dell’economia reale. E’ un modo creativo per pubblicizzare le eventuali perdite per aiutare non i deboli, ma i poteri forti dell’alta finanza.

Il M5S propone un approccio diverso, che permette l’avvio a soluzione del problema facendo contemporaneamente ripartire lo sviluppo. La causa delle tante sofferenze sta, infatti, nella crescente massa dei piccoli e medi debitori. I quali peraltro sono gli stessi che vengono chiamati a pagare crescenti fardelli fiscali proprio in ragione della riduzione marcata del Pil. Quindi la necessità di invertire la tendenza può essere soddisfatta solo se si punta alla promozione dello sviluppo delle piccole e medie imprese e dei consumi delle famiglie, che insieme produrranno una sensibile variazione positiva del prodotto interno lordo. Che senso infatti ha pubblicizzare le perdite del sistema del credito se questo produce ulteriore dissesto del bilancio pubblico e quindi aumento del carico fiscale proprio a danno dei produttori di reddito che sono Pmi e famiglie di lavoratori?
In tal senso, il M5S ha già uno strumento pronto e disponibile. La nostra proposta, passata in legge di Stabilità (comma 246 L.190/2014, prima firma Francesco Cariello), in base alla quale si può sospendere la restituzione della quota capitale delle rate dei mutui e i prestiti per il prossimo triennio.
Un massiccio e corale ricorso a questa possibilità consentirebbe:
1) di migliorare la redditività degli istituti che incasserebbero più interessi dai mutuatari che si giovano della moratoria;
2) questa maggiore redditività sosterrebbe anche la patrimonializzazione degli intermediari creditizi;
3) molti crediti, grazie alla sospensione, non finirebbero tra le sofferenze, che scatterebbero solamente in caso di mancata corresponsione degli interessi;
4) questi crediti, essendo tossici in misura molto minore, diverrebbero anche un collaterale migliore da offrire alla Bce in cambio di prestiti;
5) la maggiore crescita sarebbe di almeno un punto percentuale soltanto grazie a questa misura;

La moratoria di prestiti e mutui voluta dal M5S mette Pmi e famiglie al centro della soluzione, perché imprese e nuclei familiari sono oggi al centro e il centro del problema. Se non riparte il tessuto economico fondamentale del Paese, non ci sono strumenti che basteranno mai: la pubblicizzazione delle perdite, nella misura in cui produce ulteriori aggravi per il bilancio statale, riproduce le condizioni che hanno contribuito a creare la crisi.
Il M5S capovolge la prospettiva. Un’altra visione è possibile. Solo un’altra visione è risolutiva. Questa proposta è ormai legge ed è operativa dal primo gennaio 2015! Cosa impedisce alle banche di adeguarvisi? Come mai il governo non dà immediato seguito a quanto esso stesso ha condiviso e che è l’unica cosa veramente positiva di tutta la Legge di stabilità?
Di chi è ostaggio il governo? Di un potere forte o di una stupidità collettiva?