Mattarella, ti aspettiamo alla prova dei fatti

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Sergio Mattarella è il nuovo Presidente della Repubblica. Gli auguriamo buon lavoro, ma l’augurio più grande è di essere all’altezza del compito difficilissimo che lo aspetta: tenere realmente la schiena dritta di fronte ai colpi di mano che questo governo si appresta a compiere, essere vero Garante della Costituzione, Presidente di tutti e non di una parte soltanto.
Rivendichiamo con orgoglio il nostro ruolo di forza di opposizione, di forza del cambiamento vero, che sogna e lavora per dar vita a un’Italia autenticamente diversa. Piegarsi a strategie e inciuci e sedersi a un tavolo in cui i giochi erano già stati decisi a tavolino, avrebbe significato snaturarsi e rinnegare il nostro ruolo, quello per cui 9 milioni di italiani ci hanno dato fiducia.
Sin dall’inizio abbiamo agito con coerenza e trasparenza, con il solo obiettivo di contribuire a dare al Paese un Capo dello Stato davvero rappresentativo di tutti e non uno ‘scendiletto’ di Renzi. Siamo stati gli unici a rifiutare accordi segreti alle spalle dei cittadini, gli unici a fare nomi alla luce del sole e a coinvolgere i cittadini. Di questo siamo fieri, nella certezza che tutto ciò non sia avvenuto invano: le nostre sollecitazioni hanno arginato gli effetti nefasti di un Patto del Nazareno da cui potevano uscire nomi indegni, come ad esempio quello di Giuliano Amato.
Sin dall’inizio abbiamo mostrato a Renzi la nostra disponibilità al dialogo, ponendogli un’unica condizione: si gioca a carte scoperte. Ma il Presidente del Consiglio ha chiuso al Movimento 5 Stelle tutte le porte, preferendo a noi il condannato Silvio Berlusconi. Abbiamo allora sollecitato il suo partito: ci hanno risposto una manciata di deputati, proponendoci il nome di Prodi. Abbiamo raccolto questa indicazione e coerentemente l’abbiamo inserita nella rosa di nomi uscita fuori dall’Assemblea dei parlamentari M5S e l’abbiamo sottoposta al vaglio della Rete. La Rete ha scelto Ferdinando Imposimato e questo è il nome che abbiamo portato avanti dalla prima all’ultima votazione. Ci siamo riservati la possibilità di un’ulteriore votazione lampo sul blog, sfumata quando è stato chiaro che i giochi erano già fatti e che il nome di Mattarella, al di là di manfrine a uso e consumo dei media, aveva il ‘via libera’ anche di Silvio Berlusconi.
Oggi abbiamo toccato con mano, una volta per tutte, le conseguenze oscene prodotte dall’attuale legge elettorale, il Porcellum: le liste bloccate hanno generato un Parlamento di nominati ricattati e ricattabili, deputati e senatori che sotto la minaccia del ritorno alle urne, e della perdita di un posticino in lista, abbassano la testa ed eseguono la volontà del capo.
Esempio palese ne è lo spettacolo indegno offerto da Angelino Alfano e dalle sue truppe: di fronte alla possibilità di uscire dal governo, il dissenso di Angelino sul nome di Mattarella è subito rientrato. Ma è successo anche tra le fila della minoranza del Pd, dove le pecorelle smarrite che per giorni hanno minacciato strappi e ritorsioni sono tornate docili all’ovile di Renzi, pur di non perdere la poltrona al prossimo giro.
Se da queste forze politiche fosse arrivato un sussulto di dignità e di coerenza, le cose sarebbero andate diversamente.
Invece Renzi il Rottamatore, quello che aveva promesso all’Italia di cambiare verso, porta al Colle un uomo della Prima Repubblica, un democristiano del governo Andreotti. Ora il Movimento 5 Stelle lo aspetta alla prova dei fatti.