La Boschi e la bufala dell’evasione francese

boschigilettiarena.jpg

È curioso sentire la ministra Boschi parlare dei parlamentari 5 stelle come chi ha “preferito contarsi al loro interno piuttosto che contare nel Paese” quando il nome di Mattarella è stato scritto in sei modalità differenti. Così, giusto per contarsi.
È interessante che, a difesa del salvacondotto su Berlusconi, dica che “in Francia hanno una norma uguale, con una soglia più alta, non del 3% ma del 10% di non punibilità dell’evasione fiscale ai fini penali” quando Oltralpe c’è una doppia soglia: una del 10% ma anche una molto più bassa: 153 euro, oltre la quale l’evasione è considerata reato penale.
Fa sorridere come dica che il M5S siamo rimasto all’angolo, non abbia voluto partecipare. Mettiamo in fila i fatti.

Il M5S lancia un appello al presidente del Consiglio per avere una rosa di nomi da sottoporre alla rete. Il premier ignora l’appello e non risponde, impegnato a muovere le sue pedine nello scacchiere nell’intento principale di tenere assieme il suo partito.

Il M5S, allora, dopo la non-risposta, scrive a tutti i parlamentari del Pd domandando loro quanto già chiesto al loro capo. Rispondono in quattro, dicono: Prodi. Il M5S, coerentemente, come si era impegnato, accoglie la risposta e inserisce il nome nella griglia delle Quirinarie.

Il M5S, dopo un’assemblea aperta, trasmessa in streaming, discute e propone i nomi per il Quirinale. I più votati vengono messi in votazione sul blog. In questo frangente il presidente del Consiglio e i suoi non dicono nulla.

Il M5S, al termine delle votazioni online, segue l’indicazione della rete. Il premier annuncia all’assemblea del suo partito chi sarà il candidato. Nessun cenno alla condivisione del nome con altre forze politiche. Nessun cenno al MoVimento 5 Stelle.

Il M5S resta coerente, continua a votare come indicato dalla rete. Il presidente del Consiglio è costretto a minacciare Alfano per far convergere i voti sul nome indicato da lui. Mattarella viene eletto.

Il M5S gli augura buon lavoro e lo attende alla prova dei fatti nella speranza che si comporti in maniera opposta al suo predecessore. Tanto non mancheranno. Dalla delega fiscale con salva-condotto per B. ai numerosi decreti omnibus porcata, passando per un Italicum che, in combinato con le riforme, dà due Camere piene zeppe di nominati. Può servire ricordare che Mattarella era nel collegio che bocciò il Porcellum e, fra i motivi, ci sono anche le mancate preferenze.

Il M5S è stata l’unica forza politica che nella scelta del candidato ha coinvolto i cittadini. Il premier ha voluto fare un nome che andasse bene al suo partito, poi lo ha imposto agli altri. Un nome che non avesse il favore dei cittadini ma solo del suo partito, dei suoi parlamentari, sia del Pd1 che del Pd2.

Ora, il M5S è quindi all’angolo? No, è solo coerente, ma questa parola non ditela ai partiti, vi guarderebbero come se parlaste in magiaro…