Quelle domande del Tg1 a Matteo Renzi

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Il giornalismo cane da guardia della democrazia riesce troppo spesso a prendere le fattezze del cagnolino da compagnia dei potenti. E anche quando avrebbe la possibilità di fare domande scomode rinuncia.
E’ il caso dell’intervista di sabato del vicedirettore del Tg1 Andrea Montanari al presidente del Consiglio Matteo Renzi. Proprio Montanari, descritto da tanti come in quota Pd, nel 2004 firmò un documento contro l’allora direttore Mimun per come il tg fosse (troppo) filogovernativo. Nel documento si leggeva: “Il Tg1 non può essere di una parte, ma deve essere un patrimonio comune di tutti gli italiani che pagano il canone”.  Valeva solo in chiave anti-Berlusconi? Evidentemente si…
A Renzi sei domande, piene di elogi all’ex sindaco di Firenze e al neo-presidente della Repubblica. Renzi si conferma il primo presidente che non ha avuto bisogno di piazzare i suoi uomini al Tg1: sono da subito tutti diventati renziani.
Queste le sei domande del Tg1 a Renzi:
 
– Presidente, ha già sentito Sergio Mattarella? Gli ha fatto gli auguri?
– Perché ha scelto proprio Mattarella? Perché ha indicato proprio lui per la più alta magistratura dello Stato?
– Certamente il Pd lo ha riunito e il fantasma dei 101 si è dissolto. E’ soddisfatto?
– Restano problemi invece con Forza Italia. Berlusconi ha parlato di un Patto del Nazareno morto. Teme ripercussioni sul cammino delle riforme?
– Tensioni e difficoltà anche con Ncd. Cosa risponde a chi ha voluto vedere in queste difficoltà rumors di elezioni anticipate?
– Dietro la pacatezza di Sergio Mattarella si cela un uomo dalla coerenza e dalla saldezza incrollabili. teme i suoi possibili futuri “no”?