Ilva, nessun risarcimento per le vittime dell’inquinamento

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Come si evince dal processo in corso, secondo articoli di stampa, il gup del tribunale di Taranto ha detto che l’Ilva non dovrà risarcire le parti civili che hanno presentato richieste per un totale di 30 miliardi di euro e che sono state ammesse al processo nato dall’inchiesta ‘Ambiente svenduto’. E di questo il siderurgico dovrà ringraziare il governo Renzi. Tantissimi cittadini, invece, gli operai, gli allevatori, le vittime dell’inquinamento non avranno un centesimo di risarcimento, ma sapranno con chi dovranno prendersela per questo ennesimo schiaffo alla dignità umana: Renzi e la sua maggioranza.
Dei tre tronconi nei quali Ilva risulta suddivisa, cioè Ilva spa, Riva Fire, Riva Forni elettrici; la prima società, quella chiamata in giudizio, usufruisce della protezione offerta dalla legge Marzano, a cui è stata ammessa grazie al decreto Renzi. Quindi esce dal processo; le altre due società non erano presenti all’atto dell’incidente probatorio, e quindi non possono essere chiamate a rispondere dei reati ascritti. Dei possibili colpevoli, dunque, uno è protetto e due spariscono.
Con questo settimo decreto salva Ilva il governo Renzi, il Pd, e Ncd, hanno deciso di offrire alla società della famiglia Riva un salvacondotto economico e giudiziario per coprire le perdite economiche, e mettere una pietra sopra i risarcimenti per i danni ambientali e sanitari, che hanno causato tanti lutti nella popolazione jonica. Questo decreto è la pianificazione a tavolino di una strategia volta a non pagare in alcun modo i risarcimenti per decenni di mala gestione dello stabilimento.