Appello ai tarantini: vi aspettiamo in Aula per urlare No insieme

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Martedì urleremo il nostro no al decreto Salva Ilva
. Un decreto che come abbiamo detto salva l’azienda ma non la città. Che neanche la considera, la città.
E allora per questo noi lanciamo un appello aperto a tutti i cittadini e le cittadine di Taranto, e a tutte le associazioni impegnate in una battaglia per la salute e l’ambiente: venite alla Camera, martedì. Venite ad ascoltare quello che il governo ha tramato per l’Ilva, venite ad ascoltare il nostro no. Anzi, i nostri no.
Sono ben nove i no del Movimento 5 Stelle al decreto Ilva: A cominciare dall’ultimo trucchetto per aggirare le prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale. Si applica un criterio esclusivamente numerico: entro luglio va realizzato l’80% delle disposizioni dell’Aia, a prescindere da quali esse siano. Una disposizione vale un’altra, secondo un criterio esclusivamente numerico. Con l’azienda che festeggia.
È la prima volta poi che si introduce la “super immunità“, sia penale che amministrativa, per colpa o per dolo per i commissari.
Nel decreto nessuna traccia dei 30 milioni per il polo ospedaliero pediatrico pubblico promessi il 24 dicembre. Noi ne chiediamo urgentemente la realizzazione attraverso il potenziamento delle strutture esistenti nell’area ionica.
Nessuna soluzione di lungo periodo, nessuna visione prospettica. Anche per l’indebitamento dell’indotto ci mette la solita toppa: utilizzare i fondi delle Pmi per finanziare le imprese creditrici. Lo Stato insomma interviene laddove l’azienda non riesce a pagare.
E le bonifiche? Dei trenta milioni promessi da Pinocchio Renzi ne arriveranno 5. Di cui solo 500 mila quest’anno. I soldi poi saranno attinti dal fondo per la Puglia contro il dissesto idrogeologico e la messa in amministrazione straordinaria vanifica le richieste di risarcimento dei malati e dei superstiti.
Dov’è il piano industriale dell’Ilva? Quanto sta producendo l’azienda? A quanto ammontano le perdite reali?
Chiediamo poi che la valutazione di impatto sanitario sia fatta in base ai criteri più stringenti della regione Puglia, mentre il governo ne introduce di più blandi.
Non basta. All’articolo 7 si introduce il commissario della portualità: avrà poteri straordinari e ci chiediamo se non sia un’anticamera per far passare con la corsia preferenziale progetti come Tempa Rossa.
Infine sottolineiamo che Taranto è zona free per lo Stato per l’applicazione delle norme sugli appalti: vorremmo comprendere come mai nei criteri di affitto o cessione
dell’azienda non ci sia anche il mantenimento degli attuali livelli occupazionali. In extremis hanno introdotto poi il controllo successivo per l’utilizzo delle scorie dell’acciaieria come materia prima. Controllo successivo. Prima si usano, poi l’Ispra dovrà controllare che non siano nocive. Tanto, alla salute chi ci pensa?