Banche Popolari: il governo le consegna agli squali, ecco la proposta M5S

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Il governo vuole smantellare una storia lunga 150 anni, una storia fatta di risparmio che diventa ricchezza, di mutualità, di solidarietà. Una storia che è tutta intrecciata al tessuto più autentico dei nostri territori, della nostra provincia.
Il M5S non ci sta, le Banche Popolari non devono finire preda del grande capitale speculativo internazionale attraverso la loro conversione in Spa. Il decreto del governo le trasforma in bocconcini prelibati per i fondi esteri, alla faccia dei piccoli risparmiatori. Ma noi, alla Camera, abbiamo presentato un pacchetto di emendamenti qualificanti e portatori di una visione alternativa.
1) Il voto capitario (una testa, un voto, a prescindere dal pacchetto azionario che si detiene) è un caposaldo intoccabile. Il socio di una Popolare non punta al massimo profitto, ma ai servizi che quella banca offre. Il socio di una Spa punta invece a massimizzare il rendimento della propria quota e questo spinge il management a fare speculazioni che gonfiano i profitti, ma aumentano anche i rischi. Il voto capitario è uno strumento democratico da potenziare e migliorare, limitando le possibili frodi. Ricordiamo inoltre che, grazie ai patti sindacali, la concentrazione e la limitazione della contendibilità è all’ordine del giorno in seno alle Spa.
2) Il decreto del governo obbliga alla trasformazione in Spa le Popolari che hanno almeno 8 miliardi di attivi. In questo modo cambieranno persona giuridica 525 miliardi di attivi su 550 complessivi. Morale? Non esisteranno più gli istituti popolari. Il M5S punta a una soglia di 100 miliardi o, in subordine, l’asticella si potrebbe fissare a 61,5 (la metà della maggiore tra le Popolari, Ubi, che ha 123 miliardi di attivi).
3) Consentiamo alle Popolari di emettere strumenti finanziari per rafforzarsi: ma questi ultimi devono essere acquistabili solo da soggetti residenti in Ue.
4) Puntiamo alla soppressione della norma che consente di bloccare il rimborso al socio della popolare che non vuole far parte di una Spa. Nessuno può essere obbligato a restare dentro un accordo i cui termini vengono cambiati unilateralmente. Si tratta di una sorta di bail-in surrettizio, prima che la direttiva Ue in merito venga recepita.
5) Stabiliamo che le banche popolari debbano aiutare l’economia reale e sociale di un dato comprensorio, pena la possibilità che Bankitalia revochi la licenza bancaria o le obblighi a trasformarsi in Spa. Via Nazionale può eventualmente derogare e autorizzare singole banche, per periodi determinati, a fare credito a soggetti diversi in territori diversi.
6) Consentiamo di raccogliere un minimo di cinque e un massimo di dieci deleghe in assemblea.
7) Il M5S è contro la possibilità che decisioni importanti su governance o persona giuridica vengano prese con una maggioranza dei due terzi a prescindere dal quorum in assemblea.
Bisogna distinguere in modo netto le banche che fanno speculazione da quelle che prestano prevalentemente a imprese non finanziarie e famiglie. Le Popolari e il credito cooperativo hanno sostenuto l’economia negli anni della crisi, con più prestiti, meno sofferenze e buona solidità patrimoniale. Ci sono dei problemi in alcuni istituti? Risolviamoli concretamente, non come fa il governo che butta via il bambino con l’acqua sporca.