Divorzio breve: con noi era già legge

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Dopo quasi un anno dalla votazione alla Camera é finalmente in corso in Aula al Senato la discussione sul Divorzio Breve. Se fosse per il M5S, sarebbe già legge dello Stato e avremmo avuto già una riduzione dei tempi del divorzio da tre anni a 1 anno (nel caso di separazione giudiziale) e da tre anni a sei mesi (nel caso di separazione consensuale), il cosiddetto ” divorzio breve “.
Purtroppo, però, al Governo c’è Renzi e nella maggioranza Giovanardi e dunque tutto è ancora in discussione, nonostante si tratti di un provvedimento di civiltà e di buon senso, atteso da decenni da centinaia di migliaia di cittadini. Un provvedimento che il M5S ha contribuito a scrivere e di cui ha chiesto ripetutamente la calendarizzazione.
La maggioranza ha anteposto per quasi un anno il proprio interesse di bottega – legato a non scontentare uno scomodo alleato di Governo – all’interesse dei cittadini. Non stupisce. Sono infatti ben altri i provvedimenti “imboscati” in Parlamento. Si dirà che é una regola della democrazia, chi ha la maggioranza decide le priorità. Giusto. Ma allora che venga dichiarato pubblicamente anche ai cittadini. Si pensi ai provvedimenti sull’omofobia, sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, ma anche della legge anti-corruzione, da quasi due anni tenuta rigorosamente dentro i cassetti della Commissione giustizia, a prendere polvere, anche a causa del ripetuto ostruzionismo di FI.
A dire la verità, l’anti-corruzione, su richiesta del M5S, era stata rispolverata e messa all’odg del Senato durante le elezioni europee, salvo poi essere ritirata surrettiziamente all’indomani dalle elezioni. Adesso siamo nuovamente in periodo elettorale e c’è nuovamente bisogno di consensi. Chissà che, anche per l’anti-corruzione, non sia la volta buona.