Trivelllazioni, il fronte del No affila le armi

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Al Senato il fronte anti-trivelle nel Mediterraneo sta affilando le armi. I senatori del M5s Paola Nugnes e Gianluca Castaldi hanno partecipato ad una conferenza stampa con Legambiente, Wwf, Greenpeace ed esponenti di altri partiti, nella quale sono stati ribaditi i passi in avanti fatti contro le trivellazioni nella legge sugli Ecoreati, sono state illustrate le prossime possibili mosse in vista del passaggio del Ddl alla Camera, e affinché il governo non dimentichi gli impegni presi con la moratoria delle autorizzazioni per le trivellazioni a mare e a sospendere ogni procedimento in itinere non conforme alla direttiva europea. Si è valutata anche l’ipotesi di istituire un Comitato per un referendum sull’art.38 dello Sblocca Italia.
Il problema delle trivellazioni nel mare Mediterraneo, che sia al largo delle coste siciliane o lungo il versante adriatico, è stato per ora arginato con l’approvazione dell’emendamento sul divieto di usare l’Airgun per le esplorazioni petrolifere in mare. Una vittoria ottenuta grazie al buon senso di un’ampia parte del Senato che ha votato il disegno di legge sui Delitti ambientali proprio qualche giorno fa. Come dal M5s denunciato più volte, (e ribadito anche da studiosi e numerose associazioni ambientaliste, per ultima la lettera degli scienziati del mare di tutte le nazionalità, indirizzata ad Obama) si tratta di una tecnica invasiva e dannosa per le specie animali e la natura stessa. I petrolieri minimizzano, la letteratura scientifica riporta impatti su pesci, molluschi, crostacei, tartarughe, cetacei. Ma non è solo questo il problema.
Nel nostro Paese non c’è nessun piano di decarburazione, si fa ancora riferimento a un investimento di 15 mld per il rilancio delle estrazione degli idrocarburi. Nel corso dell’esame della legge sui Delitti ambientali il governo si è impegnato – accogliendo l’ordine del giorno 1790 – ad una moratoria delle autorizzazioni in attesa del decreto di recepimento della direttiva 2013/30 UE sul rafforzamento della sicurezza per le trivellazioni.
Può essere sufficiente un impegno simile? Come ribadito in conferenza stampa noi vigileremo affinché il governo mantenga il suo impegno e utilizzeremo tutti gli strumenti in nostro possesso per tenere alta l’attenzione su questo tema.
Le trivellazioni in mare sono state regolamentate qualche mese fa anche dall’articolo 38 del famigerato Sblocca Italia. La direttiva Europea in merito fa un riferimento a Davos, ovvero alla partecipazione dei cittadini a tutte le decisioni ambientali sui territori. Invece con la normativa italiana la competenza viene trasferita dagli enti territoriali come le Regioni al Ministero dell’Ambiente, togliendo voce sia ai rappresentanti dei cittadini che ai cittadini stessi che non avranno nessuna possibilità di interferire, perché le attività estrattive verranno considerate opere strategiche di rilevanza nazionale, lo sostiene Paola Nugnes nel suo intervento.
Le disposizioni vigenti con l’articolo 38 contengono anche delle falle normative e una finestra temporale di adeguamento per le concessioni delle autorizzazioni, che permetteranno ai professionisti dello sfruttamento ambientale di approfittare delle proroghe sulle licenze per le concessioni petrolifere che arriveranno fino a 40 anni.
Possiamo cercare di mettere il governo con le spalle al muro, in base agli impegni che si è preso, e non solo con questo ordine del giorno sull’Airgun nella legge sugli Ecoreati. Il governo deve togliersi la maschere e dire apertamente da che parte vuole stare, è inutile che Renzi faccia proclami in pubblico e poi metta a punto con il governo decreti che vanno in tutt’altra direzione.
Gianluca Castaldi si concentra sulla scadenza fissata al 20 aprile per la consultazione delle trivellazioni in Croazia chiedendo di aiutare ad informare la popolazione croata in vista del referendum. Le trivellazioni petrolifere rischiano di mettere in pericolo anche l’ecosistema marino italiano e di compromettere pure le attività turistiche.
Su questo il M5s ha già presentato un’interrogazione urgente a prima firma Castaldi ai ministri per gli Affari esteri e dello Sviluppo economico dopo l’allarme lanciato dalle Associazioni ambientaliste nei giorni scorsi. Abbiamo chiesto al governo italiano di aprire un contenzioso con la Repubblica Croata per fermare lo scempio del mare Adriatico: il governo croato ha suddiviso il 90% del proprio specchio acqueo in 29 aree di estrazione petrolifera.