MafiaCapitale. Il problema di Roma “è il traffico”?

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Mentre arriva la notizia dell’ennesimo dirigente capitolino rimosso dall’incarico per coinvolgimenti col clan di Mafia Capitale, c’è ancora chi, ispirandosi forse a Johnny Stecchino, minimizza il problema mafia a Roma.
E mica un qualsiasi signor nessuno: si tratta nientemeno che del Procuratore Generale della Corte dei Conti, Salvatore Nottola, che il mese scorso in occasione della giornata dedicata alla cultura della legalità e alla lotta alla corruzione (nientemeno) davanti agli studenti di un liceo si è così espresso: “Secondo me, quando si parla di mafia a Roma, si fa un errore. C’è un’improprietà di linguaggio. La mafia è tutt’altro”. Oppure: “La mafia romana è un’altra cosa. Che poi ci siano dei collegamenti e delle alleanze episodiche tra questi fenomeni e personaggi mafiosi, è un altro discorso. Sono fatti accidentali, sono complicità”. E addirittura: “si deve poter distinguere tra la mafia siciliana (…) e la mafia romana che è un’altra cosa, una combriccola di delinquenti, a volte di matrice politica, altre volte delinquenziale”.
Non solo Johnny Stecchino allora, ma anche Bettino Craxi, che all’inizio della Tangentopoli che avrebbe travolto l’Italia ironizzò parlando di qualche “mariuolo“. O anche il Ministro (delle Infrastrutture, manco a dirlo) Lunardì che affermò “con la mafia si deve convivere”.
Insomma, il vizio di minimizzare ce lo portiamo dietro da decenni. Ma il MoVImento 5 Stelle è qui apposta: per togliere di torno certe sgradevoli usanze. Così, abbiamo sollecitato l’intervento del Miur anche attraverso un intervento in aula, oltre ad un’interrogazione al Ministro dell’Istruzione. Non può essere consentito che ai ragazzi vengano inflitti certi teoremi quando si tratta di legalità.